Un prete scout che comunicava gioia e che ora cammina per le strade del Cielo

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SALESIANI CHIOGGIA

Un prete scout che comunicava gioia e che ora cammina per le strade del Cielo

Un baule ha sempre accompagnato don Italo negli spostamenti per ogni sua “obbedienza salesiana” che lo ha portato dapprima a Chioggia, poi agli Alberoni, a Trieste, a Porto Viro, a Marghera e poi di nuovo a Chioggia fino alla casa di Mestre. E’ un baule che racconta tutta la sua storia, la sua grande esperienza di vita: con affetto noi diciamo che ora lo ha con sé in Paradiso, ultima obbedienza.  Dentro ci sono pochi riferimenti materiali, qualche ricordo, non per attaccamento alla terra ma perché poteva ancora servire a qualcuno, qualche abito consunto perché i nuovi già donati, uno zaino vecchio e i suoi scarponi per essere sempre pronto a partire per una nuova strada insieme a qualche amico scout del tempo passato, magari in montagna dove si vedeva più vicino a Dio, libri anche se i tantissimi della sua vita hanno già trovato nuovi assidui lettori, e cercando ancora… quella che è la vera eredità di don Italo! “Sacer-dator”, datore di cose sacre! Questo il suo grande desiderio! Ed ecco la sua prima testimonianza.

Era un prete, salesiano, che comunicava sempre gioia: quando pregava, quando celebrava l’Eucaristia, nell’insegnamento della Religione nelle scuole, nel coro, nella banda, con gli scouts, nel teatro, con i chierichetti e in tutto il cortile. Mai si dimenticherà il suo impegno giornaliero per tanti anni nella nostra città attraverso le partite di calcio con i giovanotti alle 14.00 perché poi andavano a lavorare, e più tardi di nuovo a giocare con i ragazzi: una continua attenzione a tutti i giovani, secondo l’insegnamento di don Bosco, che don Italo ha sempre posto come modello per la sua vita. E la preghiera, come lui stesso ricordava, “alla presenza spesso del Salesiano Coadiutore Brando Sartori, con il famoso corri corri di coloro che non volevano parteciparvi”. Una grande amicizia con gli Exallievi, anche quelli di Milano. Negli ultimi anni accompagnava i Chioggiotti anche con la “Buonanotte”. E poi sempre più tempo al confessionale perché tutti trovassero una parola di incoraggiamento e il perdono di Dio. Qualche ragazzino oggi ricordando don Italo si sofferma sul suo sorriso e sulle buone “parole all’orecchio” che suggeriva proprio come don Bosco. E del suo santo fondatore viveva pienamente i tre pilastri del carisma educativo: ragione, religione, amorevolezza, sempre, con la forza fisica del giovane sacerdote e via via con la forza interiore del grande salesiano.

“Il miracolo della Provvidenza”, tutto concorre al bene dei giovani! Questa è un’altra caratteristica di don Italo che, pur avendo conosciuto tempi difficili, amava il progresso e ciò che oggi i ragazzi utilizzano facilmente e si intratteneva a conversare con loro anche facendo un po’ di “ripetizioni” dopo la scuola, sulle nuove tecnologie che non rifuggiva, ma cercava di comprendere.

Era così felice di essere sacerdote salesiano che continuamente riconosceva la presenza di Dio Provvidente dentro la sua vocazione e fino ai suoi ultimi giorni ringraziava il Signore con cuore riconoscente di questo. Vedeva in Maria Ausiliatrice una “mamma” che lo ha aiutato sempre! Mentre scopriva fiorire alla vita i suoi “fioi”, li affidava alla Madonna perché aprisse il loro cuore e la loro mente e li aiutasse a diventare “buoni cristiani e onesti cittadini” come voleva don Bosco, aperti al servizio in questo mondo. Consegnava tutti i suoi giovani all’amore di Maria perché arricchiti di questo dono imparassero a farsi “Amore” per gli altri.

Grazie allora, don Italo, della tua testimonianza, grazie del bene che hai fatto all’oratorio e alla città. Grazie che hai messo in pratica quello che diceva don Bosco a ciascun Salesiano: “Tu non devi essere un predicatore, ma hai una maniera efficacissima per predicare: il buon esempio”.

Pia e Roberto Signoretto

 

Nuova Scintilla n.10 – 11 marzo 2018