L’alfabeto innato e quello donato

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I GIORNI

L’alfabeto innato e quello donato

Dicono gli esperti che l’intero universo diventa leggibile quando lo si percorre nel fantastico panorama della matematica. I numeri permettono di entrare nella realtà scoprendone dimensioni e composizioni, attrattive e repulsioni. Tutto è già scritto nella combinazione dei numeri. Basta imparare a leggerli, senza rimanere inceppati ai blocchi delle equazioni in prima media. Qualcosa di analogo càpita con gli ideogrammi linguistici, che per molti sono ‘cinese’ mentre per altri risuonano come musica.

Siamo gratificati da un’innata chiave di lettura affinché il mondo non ci rimanga muto o estraneo. Di quante chiavi e di quanti alfabeti occorre munirsi per entrare nell’immensa complessità del reale? La chiave del cuore introduce l’alfabeto dell’amore, da usare in sintonia con quello della ragione.

Nel corso della storia, ci vengono donati nuovi alfabeti per guardare e per capire, allo stesso modo in cui si riconosce il padre e la madre e ci si imbatte in un amore. Il Dio creatore avanza a grandi passi dal big bang fino ai gigli di campo che vestono più eleganti di Salomone. Gesù incontra pescatori e intellettuali, ricchi e poveri, donne amiche e straniere, santi e sante, peccatori e peccatrici, e dona uno sguardo nuovo per scoprire il volo degli uccelli dell’aria che non filano e non tessono, eppure il Padre li nutre. Un nuovo alfabeto permette di leggere la lingua che introduce alla conoscenza di Dio, svela in profondità il senso delle cose e apre il cammino della vita. Come nelle terzine di Dante, scopriamo il Dio unico in tre persone, nel quale si svela la chiave suprema della realtà, semplice e complessa, singola e plurale. Tutto l’universo è coinvolto nella partita dell’uno e del molteplice, dell’unità e dell’alterità. Una nuova ‘matematica’ viene offerta come lingua universale che permette a tutti di leggere e capire, vivere e morire, sperare e risorgere. Vescovi e teologi, missionari e cristiani di ogni specie leggono i racconti evangelici scoprendo l’immagine del Dio uno e trino riflessa nelle cose create, nel singolo e nella comunità, particolarmente nell’unità uomo-donna. Succede come a un figlio che viene a conoscere la sua origine e scopre l’amore dei genitori. Non più orfani, estranei a Dio Trinità, Padre, Figlio e Spirito; scopriamo Gesù, Figlio del Padre e nostro fratello, respiriamo del soffio di amore dello Spirito Santo. Si costituisce una sana alleanza per accompagnarsi a capire e amare se stessi e i fratelli attraverso la sorprendente scoperta della Chiesa, mistero e popolo di Dio. La strada della nuova conoscenza del reale viene percorsa da Agostino e Tommaso, Giotto e Dante, Manzoni e Rosmini, e da uomini e donne di tutti i tempi e tutte le condizioni, che hanno creduto e credono nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e annunciano a tutti l’immensa estensione dell’essere.

don Angelo

Nuova Scintilla n.9 – 4 marzo 2018