Don Italo, “uomo per gli altri”

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UNA PERDITA PER LA COMUNITA’ SALESIANA E PER CHIOGGIA

Nato in provincia di Verona ma chioggiotto d’adozione, conosciuto da tutti

Don Italo, “uomo per gli altri”

In questi giorni si leva un solo coro di voci riconoscenti in Chioggia per il sacerdote salesiano don Italo Fantoni, ritornato alla casa del Padre a Mestre, nella comunità salesiana “Artemide Zatti”, venerdì 23 febbraio, per aver spalancato, in lunghi anni di permanenza nella nostra città, le finestre della vita cristiana a migliaia di fanciulli, giovani, uomini, donando ogni giorno ottimismo, bontà e amore a chiunque avesse varcato il cancello dell’Oratorio salesiano, divenuto nel tempo luogo di amicizia, di educazione, di catechesi e di promozione sociale. Nato a San Martino Buon Albergo (Verona) il 15 giugno 1927, formato dall’esperienza educativa vissuta in famiglia, fu accolto tra i figli di don Bosco il 31 dicembre 1953, quale professo e come “tralcio vivo” in una serena e completa intimità con il Signore il 29 giugno 1955, con l’ordinazione sacerdotale a Monteortone (Padova), muovendosi – autentico pellegrino – nel corso di 67 anni di vita salesiana e 62 di ministero sacerdotale, tra diverse case salesiane: Chioggia, Alberoni, Trieste, Porto Viro, Venezia Castello, Marghera e ancora nella sua amata e mai dimenticata Chioggia, sino all’estate scorsa, dando ovunque testimonianza quotidiana del suo servizio ministeriale, frutto di amore verso Dio e verso il prossimo, nel puntuale adempimento dei propri doveri, nel suo “sì” libero e irrevocabile che risuonava sempre, nell’eroicità del quotidiano. È stato, sicuramente, un esempio limpido di vita trasformata dal Signore, una persona di grandi doti umane, un “uomo per gli altri” per la carità che ha guidato il suo cammino, rispondendo a un disegno divino: chi lo avvicinava era colpito dalla profonda bontà che traspariva da ogni sua parola, dallo sguardo sempre sereno, dal sorriso aperto, dalla profonda cultura, dal fine umorismo con cui stemperava talora le tensioni giovanili, dal suo dialogare in “ciosoto”, meglio dei “ciosoti”, senza dimenticare che lasciava allibite le persone per l’eccezionale memoria – frutto sicuramente del suo amore per il prossimo – nel ricordare centinaia e centinaia di nomi dei suoi “fioi”, compresi i genitori e i parenti e gli indirizzi delle loro abitazioni.

Nella sua condizione più vera di ogni uomo, che è quella di essere “viaggiatore”, manifestata sotto lo sguardo di don Bosco e la materna protezione di Maria Ausiliatrice, è stato sempre un punto di riferimento per ragazzi poveri, cittadini bisognosi, per coloro che provenivano dal mondo dello scautismo, per malati, anziani, che oggi idealmente esprimono il loro commosso “grazie”: era, in definitiva, un uomo di ascolto, di ammirazione, di pace, con la sua capacità di comprendere i grovigli apparentemente inestricabili dell’animo umano e di scioglierli con il pressante riferimento alla grazia di Dio. La sua singolare presenza di salesiano innamorato di Maria Ausiliatrice e di don Bosco, ha segnato un’epoca a Chioggia con la sua vulcanica personalità, la sua vita interiore, fatta di sacrificio, di zelo per la casa del Signore, di studio della musica – fu apprezzato direttore della banda musicale dei Salesiani – di lavoro per la cura delle anime nel confessionale, di indimenticabile assistente spirituale degli scout del mitico Gruppo Chioggia 1, mirando sempre a una santità quotidiana e silenziosa. Possiamo facilmente affermare – considerando l’affetto ricambiato che i chioggiotti gli hanno sempre dimostrato a ogni piè sospinto, che don Italo, sull’esempio di don Bosco, come di tanti altri confratelli salesiani che si sono avvicendati nella nostra città dal lontano 1899, ha sempre scommesso tutto sui giovani per aiutarli a diventare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Sino agli ultimi tempi della sua permanenza nel nostro Oratorio, nonostante le precarie condizioni fisiche, ogni giorno impartiva le “ripetizioni” a ragazzi e ragazze povere, per lo più figli di extracomunitari, senza dimenticare la riflessione spirituale della “Buona notte” salesiana ogni venerdì ai “suoi” ex allievi, presenti sempre in gran numero nella loro sede, in Oratorio. Da non dimenticare, poi, che don Italo era considerato anche un grande “benefattore” delle Poste italiane, per il cospicuo numero di francobolli che sempre gli servivano, per la nutrita corrispondenza che intratteneva con numerosi ex allievi e persone degli oratori e parrocchie dove era passato, dispensando sempre parole di ottimismo, speranza e conforto in Maria Ausiliatrice e don Bosco. Non ci resta che ringraziare il Signore per averci donato un tale gigante di santità salesiana e non solo. Il funerale è stato celebrato martedì 27 febbraio, nella cattedrale di Santa Maria Assunta, in Chioggia, presieduto dall’arcivescovo emerito di Gorizia, mons. Dino De Antoni, insieme al vescovo Adriano e all’ispettore salesiano con numerosi sacerdoti salesiani e diocesani, oltre a una moltitudine di fedeli. La salma è proseguita poi per il locale cimitero, dove è stata inumata nella cappella dei Padri Salesiani.

Giorgio Aldrighetti

Nuova Scintilla n.9 – 4 marzo 2018