Una “giornata tipo” di Gesù

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PAROLA DIO – V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

LETTURE: Gb 7,1-4. 6-7; Sal 146;  1 Cor 9,16-19.22-23;  Mc 1, 29-39

Una “giornata tipo” di Gesù

Ci troviamo di fronte, nel brano di Vangelo di questa domenica, ad una “giornata tipo” di Gesù. Vorrei iniziare nella presentazione di questa giornata da una espressione che, a mio parere, può essere la chiave di lettura per comprendere e fare nostra la Parola del Signore: “Tutti ti cercano” (v. 37). Tutti cercano Gesù ma anche Gesù è venuto per cercare tutti.

Ed ecco che si reca in casa di Pietro e Andrea e guarisce la suocera; poi alla porta della città di Cafarnao Gesù si lascia incontrare e, infatti, c’è un rincorrersi di malati e di indemoniati. Lui non si sottrae al dovere di incontrare “tutta la città” e avvicina “tutti” i malati e gli indemoniati della città. Quasi a dire che accanto all’urgenza dell’annuncio del Regno, l’attenzione ai più deboli non può non occupare un posto fisso nella sua attività quotidiana.

Ed ecco che questo “Regno” che si fa presente in mezzo agli uomini mostra il volto di un Dio che si fa prossimo che è là dove la gente vive, che guarisce, che consola, che accarezza, che prende per mano, che aiuta a rialzarsi… un amore misericordioso che si fa più vicino all’uomo in modo particolare nel momento del dolore e della sofferenza. La guarigione del malato, la liberazione dell’indemoniato, la guarigione della suocera di Pietro, non sono certamente l’azione di un mago o di un taumaturgo, ma semplicemente un realizzare e gustare quel: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” (v. Mc 1,15).

Se l’attenzione è all’uomo messo in crisi dal problema del male, della sofferenza che occupa gran parte delle ore del giorno, ripercorrendo la “giornata” di Gesù a Cafarnao troviamo altri punti fermi dell’attività del Maestro.

Gesù è venuto per “occuparsi delle cose del Padre suo”. Ed ecco nella sinagoga è intento all’ascolto e all’insegnamento della Parola e poi intento alla preghiera sia nella sinagoga come anche al mattino “quando era ancora buio” (v. 35), in un luogo deserto. Anche noi, come i primi due discepoli che lasciarono il loro rabbi Giovanni, siamo in questo cammino al seguito di Gesù. Seguire Lui significa dare alle nostre giornate quel tono, quel colore e quel calore che le rendono tempo prezioso per la realizzazione piena dare della nostra esistenza.

“Perché mi cercate?” ci domanda il Signore Gesù. È questa la domanda che orienta in maniera corretta il nostro andare da Lui. Lo cerchiamo perché tanti fan così? Lo cerchiamo perché abbiamo bisogno del suo aiuto? Lo cerchiamo per una tradizione legata alla nostra famiglia? Cogliere nel segno questa domanda, in fondo, significa vivere in pienezza il nostro tempo, certi che se troviamo veramente e onestamente il Signore abbiamo trovato quel tesoro che riempie la nostra vita.

Allora sul paradigma della giornata di Gesù scandita da alcuni impegni, anche le nostre giornate non possono prescindere dall’ascolto della Parola, una lettura personale e attenta, una Parola che ha bisogno, poi, di essere illuminata dall’insegnamento di chi nelle nostre comunità ha il compito di aiutarci a capirla e a tradurla come può avvenire negli incontri di approfondimento della Parola o di catechesi. Sarà proprio la Parola meditata e conservata nel cuore che darà la spinta e la forza di farci prossimo soprattutto di chi è solo, emarginato.

Infine la nostra giornata, come quella di Gesù che mentre era buio, “uscì in un luogo deserto e là pregava”, nonostante fosse assediato dalle persone che accorrevano a lui, non può non essere “condita” dalla preghiera.

Un’ultima suggestione, che dà alla giornata di Gesù la sua completezza: “Andiamocene nei villaggi vicini, a predicare anche là”. Gesù non cerca il bagno di folla, non si esalta per il successo di Cafarnao, non si deprime per i fallimenti che incontra. Lui avvia processi, inizia percorsi, cerca altri villaggi, altre persone, come la suocera di Pietro, da rialzare, orizzonti più larghi dove poter compiere il suo lavoro: essere nella vita datore di vita, predicare che il Regno è vicino, che «Dio è vicino, con amore, e guarisce la vita». Troviamo anche noi un tempo e un luogo per affidare al Padre la nostra giornata. Ritagliamoci ogni giorno uno spazio di silenzio per rendere più umana la nostra vita così stressata da mille impegni, per ricordarci sempre che la presenza del Signore e l’urgenza di realizzare il suo Regno di Dio determinano la meta e il senso del nostro cammino.

don Danilo Marin