Un’avventura con Qualcuno più grande

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Giornata della vita consacrata

Alcune riflessioni in prossimità dell’evento (domenica 4 febbraio)

Un’avventura con Qualcuno più grande

L’avvicinarsi della Giornata per la Vita Consacrata – la cui celebrazione in Diocesi viene trasferita a domenica 4 febbraio e che vedrà in Cattedrale Religiose, Religiosi, Istituti secolari, Ministri straordinari della comunione e Laici stretti attorno al vescovo Adriano – ha risvegliato in me alcune suggestioni emerse nel Convegno celebrato a Mestre il 21 ottobre scorso con i Religiosi/e del Veneto, presente e relatore il card. Jòao de Avez, Prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata.

– Il richiamo alla radicalità evangelica, sottolineata dal Concilio Vaticano II, non esonera dall’esigenza di essere in mezzo al popolo di Dio in una rete di relazioni positive e benefiche.

– L’essere discepoli dei Fondatori impegna allo sguardo primario al ‘centro’ della fondazione che è il Vangelo, e impegna quindi a cogliere l’essenziale di ciò che i Fondatori e le Fondatrici hanno stilato nelle varie Costituzioni.

– Il dialogo con la cultura contemporanea stimola a una formazione in senso dinamico, aprendo la vita al ‘nuovo’ che emerge e al servizio in forme adeguate alle necessità via via emergenti.

– Particolarmente importante il discernimento vocazionale che giustifica l’entrata, la permanenza, l’eventuale uscita degli aspiranti: il discernimento dev’essere un fatto costante, tale che anche l’eventuale conclusione negativa di un processo di discernimento risulti conclusione logica per tutti, non esclusione.

– Importa anche alimentare nelle comunità la cultura della misericordia, comprendendo i tempi degli altri, rispettandone i ritmi e imparando a raccontarsi e a raffrontarsi nelle varie esperienze di vita spirituale.

– Più che osservare regole, importa scoprire che si sta vivendo un’avventura con Qualcuno che è con noi ed è più grande di noi.

– Utile è ritornare alle radici della propria vocazione per ritrovare i motivi di fondo della consacrazione a Dio e ai fratelli e l’entusiasmo per continuare.

– Per dare profondità alle radici della propria consacrazione occorre vivere in sintonia con quanto vivevano le prime comunità di credenti: nella ricerca della Parola di Dio e dell’Eucaristia, nella promozione della comunione fraterna e della preghiera (vedi Atti 2, 42).

Non è questo un ricettario che è stato dettato, bensì un insieme di input emersi dalla conversazione del card. De Avez e dalle esperienze edificanti di tante Religiose e Religiosi che hanno parlato, raccontando ed edificando i presenti sia in assemblea che nei singoli gruppi. Non si è pennellata di paura l’attuale onda lunga del secolarismo, piuttosto si è fissato lo sguardo su mete elevate che solo i credenti sanno raccontare.

G. Marangon

(delegato per la vita  consacrata)

Nuova Scintilla n.4 – 28 gennaio 2018