Borghi e natura nelle Marche

fabriano
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VIAGGIO DI FINE ANNO 2017

Alla scoperta di luoghi straordinari e di tesori speciali della nostra Italia

Borghi e natura nelle Marche

Nell’ambito del progetto culturale patrocinato da Nuova Scintilla, che dal 2000, nel periodo natalizio, ci ha portato a scoprire angoli importanti, conosciuti e non, della nostra bella Italia, quest’anno è stato ripreso un viaggio nelle Marche dei borghi, programmato l’anno scorso e poi sospeso a causa del terremoto in quelle contrade. Si trattava di completare la conoscenza di questa interessante regione che già avevamo in parte visitato nel 2008 nei centri più noti (Gradara, Fano, Ascoli Piceno, Fermo, Loreto, Macerata, Tolentino, Urbino e Ancona). Prima tappa e luogo di riferimento di soggiorno è stata Arcevia, un borgo medioevale che anticamente si chiamava Rocca Contrada, che vanta un interessante palazzo comunale con torre, un museo archeologico ricco di testimonianze del Paleolitico e dell’età del bronzo e del ferro, un glorioso teatro Misa con palchetti e soprattutto la collegiata di san Medardo con due preziosi polittici di Luca Signorelli, il monumentale dossale e il grande Crocefisso in ceramica rispettivamente di Luca e Mattia della Robbia. Tutt’intorno ad Arcevia sono sorti in periodo medioevale ben nove “castelli rurali” ancora ben conservati. Abbiamo visitato i due più significativi: Loretello (dove abbiamo ammirato una collezione di strumenti della vita contadina) e Piticchio, considerato uno dei migliori castelli della regione.

Nella seconda giornata siamo stati alla visita di una delle meraviglie della natura: le Grotte di Frasassi, scoperte nel 1971-72, caratteristiche per le candide sculture naturali formatesi ad opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni, “battezzate” in maniera curiosa: tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ricordiamo: i “Giganti”, il “Cammello” e il “Dromedario”, l’“Orsa”, la “Madonnina”, la “Spada di Damocle” (stalattite di m. 7,40 di altezza e m. 1,50 di diametro), “Cascate del Niagara”, la “Fetta di pancetta” e la “Fetta di lardo”, l’“Obelisco” (stalagmite alta m. 15 al centro della Sala 200), le “Canne d’Organo” (concrezioni conico-lamellari che, se colpite, risuonano), il “Castello delle Streghe”, “le Candeline”… Nelle vicinanze, una sosta anche all’abbazia di S. Vittore, alle Chiuse in stile romanico con l’adiacente museo paleontologico che conserva il famoso esemplare unico di Ittiosauro “Marta” del Giurassico superiore. Nel pomeriggio nella città di Fabriano (foto in alto) al Museo della Carta e della Filigrana guidati da un eccentrico personaggio che ci ha intrattenuto tra battute e trovate. Tra le cose interessanti del centro storico ci va di segnalare l’oratorio della Carità, istoriato di affreschi del pittore manierista Filippo Bellini raffiguranti le 14 opere di Misericordia corporali e spirituali, e la Cattedrale di san Venanzio, che conserva opere del pittore caravaggesco Orazio Gentileschi, e soprattutto i resti dell’antica abside trecentesca con gli affreschi di Allegretto Nuzi, un precursore di Giotto.

In 3ª giornata ci siamo svegliati su un paesaggio imbiancato dalla neve che continuava a cadere ma, imperterriti, abbiamo raggiunto Jesi nota, oltre che per il verdicchio dei Castelli, per aver visto i natali di Federico II di Svevia nel 1194, ma anche per essere la patria del compositore Giovanni Battista Pergolesi. È stata definita “Città esemplare Unesco” per la capacità di preservare un patrimonio secolare architettonico, come la cinta muraria, ma anche artistico e culturale altamente suggestivo. Davvero straordinario il teatro dedicato al suo compositore, noto per l’opera buffa e per un celebre Stabat Mater. Nel pomeriggio altro gioiello dell’architettura murata: Corinaldo, che con i suoi mille metri di mura ben conservate è classificato tra i più bei borghi d’Italia. Prima di effettuare la visita al centro storico abbiamo fatto tappa alla casa natale di S. Maria Goretti e, nella cappella sistemata dove un tempo sorgeva la stalla, don Vincenzo ha celebrato la messa (nell’altra foto) assistito da Rinaldo, un compaesano che ha conosciuto da vicino la mamma della ragazzina ed è diventato il conservatore del luogo.

Nell’ultima giornata ci siamo portati verso la costa, per una conoscenza ravvicinata del Parco del Conero, unico tratto di costa rocciosa calcarea dell’Adriatico. Abbiamo ammirato il paesaggio della riviera, compresa la barriera rocciosa semisommersa, dal belvedere nei pressi di Portonovo e successivamente dal centro turistico di Sirolo. Nel pomeriggio ultima tappa a Senigallia, con la sua Rocca Roveresca, i Portici Ercolani, il foro Annonario, la casa natale di Pio IX Giovanni Maria Mastai Ferretti, la grande area archeologica scoperta nel 1989 sotto le fondazioni del teatro “La Fenice” e infine la Rotonda sul Mare, immortalata dalla canzone di Fred Buongusto, che ha segnato già nell’Ottocento l’inizio dell’industria elioterapica.

Sergio Ravagnan

Nuova Scintilla n.1 – 07 gennaio 2018