Breve introduzione al tempo di Avvento

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INDICAZIONI PER LE COMUNITA’ PARROCCHIALI

Breve introduzione al tempo di Avvento

Era tradizione che durante l’Avvento le Caritas Diocesane mettessero a disposizione del materiale per aiutare le comunità parrocchiali a vivere bene e con alcuni gesti significativi la preparazione al Natale. Da qualche anno ciò non avviene più e ciascuna Diocesi intraprende percorsi e cammini che sembrano più inerenti con le problematiche connesse al territorio, in sinergia con i tre Uffici Pastorali. Provo a dare alcuni pensieri introduttivi che saranno poi sviluppati nel corso delle 4 settimane di Avvento: è la riflessione comune che abbiamo maturato insieme Caritas, Ufficio catechistico e Ufficio Liturgico, stimolata dall’ultimo incontro degli Uffici Pastorali.

C’è la possibilità di usufruire di uno strumento comune che ha un taglio prevalentemente pedagogico, quindi adatto alle classi di catechismo: è il gioco da Tavolo denominato “Il percorso della Solidarietà”. Un buon uso di questo gioco può portare alla scoperta e alla visita dei luoghi di prossimità, presenti anche nella nostra Diocesi. Per far questo basta mettersi in contatto con la Caritas Diocesana.

4 tematiche per 4 domeniche. Ogni domenica (anche se saremo penalizzati dal fatto che la vigilia di Natale sarà domenica 24 dicembre…) avrà un tema, un pensiero, delle indicazioni sulle quale soffermarsi, proposti dai tre Uffici Diocesani e in particolare:

nella 1ª Domenica di Avvento verrà proposto e sviluppato il tema della Giustizia connesso a quello del Vegliare;

nella 2ª Domenica di Avvento il tema del ritorno alla terra e delle migrazioni;

nella 3ª Domenica di Avvento le forme di prossimità corta, la carità della porta accanto:

nella 4ª domenica il tema della Casa e dell’Abitare.

Nello specifico si potrà dare particolare accentuazione alla 3ª Domenica cogliendo l’opportunità di specificare che la raccolta di denaro durante l’Offertorio sarà destinata (in tutto o in parte) alla costituzione di un Fondo parrocchiale per gli interventi urgenti a cui sempre più spesso la parrocchia viene interpellata.

Iniziando da oggi i tre Uffici danno indicazioni pratiche e liturgiche su come sviluppare queste suggestioni appena accennate. All’interno di questo percorso si inserirà la proposta di sabato 16 dicembre della consolidata esperienza di Ritiro di Avvento per gli operatori Caritas e dell’Ufficio Missionario: ne daremo i particolari più avanti.

don Marino


 

1ª Domenica di Avvento, Anno A, 3 dicembre 2017

Liturgia

Is 63, 16b… | 1Cor 1,3-9 | Mc 13, 33-37

Il popolo di Israele si rivolge a Dio con il titolo di “nostro Padre” e invoca con struggente implorazione la sua venuta: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”.

Con umile confessione il popolo riconosce che questo Dio che è Padre va “incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie”.

La giustizia è compiere la volontà di Dio, una volontà di amore verso di Lui e di attenzione ai fratelli e a tutto ciò che accade quotidianamente in noi e attorno a noi.

Ecco allora l’invito di Gesù: “Fate attenzione, vegliate…”. Siamo tutti in attesa del Signore, ma lo dobbiamo essere rimanendo operosi e fedeli, come dei servitori a cui il padrone ha affidato, prima di partire, un compito preciso.

Proposta per la 3ª preghiera dei fedeli per la 1ª Domenica di Avvento, Anno A:

“Dio di Giustizia, rispondi prontamente all’invocazione del tuo popolo che chiede la tua venuta e la tua presenza di Padre; rendici continuamente vigilanti e attenti perché sappiamo avere uno sguardo di amore e di giustizia verso tutte le situazione di precarietà e di sofferenza, come servi operosi in attesa del tuo ritorno. Preghiamo.”

S. D.


 

Catechesi

All’inizio di un nuovo anno liturgico il Vangelo di Marco – il Vangelo che ci farà da guida per tutto quest’anno – dà al tema della vigilanza una grande importanza. Un invito a stare all’erta, attenti e operosi per non rischiare di perdere un appuntamento decisivo per la nostra vita.

Penso sia importante nell’incontro settimanale di catechesi richiamare il vangelo ascoltato e aiutare i nostri ragazzi a cogliere “la bella notizia” che la Parola del Signore ha fatto risuonare: “Fate attenzione, vegliate… (Mc 13, 33). Ci si potrebbe soffermare sulla parola “Attenzione”, e sottolineare il fatto che deriva da “ad-tendere”, cioè tendere verso qualcuno o qualcosa. Allora non è solo un attendere per prepararsi, in questo Avvento, ed essere pronti alla venuta di Gesù, come Qualcuno che per noi è importante ed indispensabile, ma sarà anche un attendere qualcuno che mi vive accanto e che forse non ha “voce” e che continuamente subisce delle ingiustizie. L’altro, cioè, è un essere dal volto umano, fonte di una dignità di persona che richiede appunto attenzione e rispetto. Non semplicemente per una deriva legalistica, ma una attenzione che apre alla carità gli spazi propri del dono e del per-dono, della pura gratuità e della generosità. È la giustizia di Dio che non è una giustizia commutativa del creditore nei confronti del debitore, né quella retributiva del padrone rispetto ai suoi servi. La giustizia di Dio è quella che si schiera dalla parte del popolo oppresso, ridonandogli la dignità ed operando un giudizio di denuncia e di condanna degli oppressori. Questo tipo di giustizia giustificante si fa presente in modo mirabile in Gesù che si presenta come colui che viene appunto a realizzare il regno di giustizia. Tutto questo praticamente cosa significa per i nostri ragazzi? Su quali atteggiamenti insistere? Io direi che si potrebbe aiutarli a capire che la giustizia è perseguire l’identità tra il proprio bene e quello della persona che mi sta accanto, che può essere il mio compagno di scuola, il mio amico, la persona portatrice di handicap, l’emigrante, il povero che incontro fuori del super mercato…

DM


 

Carità

Cosa significa per noi vegliare? Vuol dire stare di sentinella, con gli occhi bene aperti, scrutando l’orizzonte per cogliere chi e che cosa sta giungendo. La veglia è un esercizio arduo, perché impegna mente e corpo, ma è sorretto dalla speranza che qualcuno sta per arrivare, è già alla porta. La prima sensazione che ci dà quel padrone di casa che parte per un viaggio può essere quella dell’abbandono: quell’uomo è partito per i fatti suoi, i suoi progetti, le sue realizzazioni, lasciando ogni cosa. Ma non è così, non ha abbandonato tutto, ma ha lasciato tutto in mano ai suoi servi distribuendo i compiti. Nomina addirittura un presidente (il portiere) e gli ordina di vegliare. Questo è un atto di fiducia grande da parte del padrone ed assunzione di responsabilità da parte dei servi, che evidenzia quanto sia forte il legame tra il padrone e i suoi servi, tra Dio e l’uomo. L’uomo non diventa padrone né nel mondo, né della storia, è solo affidatario. Siamo in affitto, siamo custodi, viviamo in una casa che non è a nostra completa disposizione, nella quale fare quello che più ci aggrada. Questo per noi è il tempo della responsabilità. Ciascuno di noi ha un compito preciso da svolgere, di cui rendere conto. Non è questo un tempo da vivere in perenne stato di coma interiore, travolti dalle cose da fare, dai problemi da risolvere, con ritmi insostenibili, attorniati da mille tecnologie… mentre le persone reali sono sedute qui, vicino a noi. Stiamo allora attenti che uno strumento non diventi un fine. È necessario vivere, e per farlo bisogna stare svegli. Essere attenti significa riconoscere i luoghi, gli spazi che si configurano per noi come ‘Segni dei Tempi’. Povertà, migrazioni, disagio sociale… Come ci informiamo? Come affrontiamo questi eventi? C’è un’occasione da cogliere che non torna più. Vegliate!

 Attilio Gibin

 

Da Nuova Scintilla n.45 – 26 novembre 2017