Vite rinnovate

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I GIORNI

Vite rinnovate

Lavorano ambedue sabato e domenica. Non potremo dunque vederci per impostare il catechismo della figlia. Macché weekend di vacanza. Sembra proprio che il lavoro succhi tutti gli umori della vita, che rimane secca, imbrigliata tra gli orari di lui e di lei, turnisti anche in casa propria: quando c’è lui non c’è lei, e viceversa; figlia piccola e figlio più grande, incasellati nell’imbuto della scuola e nel turbine degli impegni. Potremo riprendere in mano il bandolo della vita? Ridiventare protagonisti dell’educazione dei figli senza appaltarli a destra e a sinistra, scorrazzandoli tra palestra e gruppo musicale, mettendoli in braccio a mister e istruttori dei quali nulla sappiamo al di fuori delle loro specifiche abilità? Persino l’educazione religiosa rischia di finire appaltata. Ci pensa la parrocchia, se non l’ha fatto prima la scuola materna delle Suore.

Il segno di croce arriva in seconda elementare, il Padre nostro in terza e i comandamenti forse sono roba da quinta; misteri del Rosario e calendario liturgico sono previsti a livello universitario. Da dove cominciare dunque? Cominciamo guardandoci ciascuno allo specchio e guardandoci in faccia l’un l’altro. Chi sono io e che cosa mi rende felice? Il tempo della vita precipita nella voragine del lavoro, e i rimasugli si dissolvono nel traffico dei trasporti tra una palestra e una sala musica, oppure dentro la vita abita qualcos’altro? Non si spegne la voglia di vivere, e il desiderio di cose belle e vere accende la fantasia e riconosce il vantaggio dell’amicizia. Eccoci dunque attorno a un tavolo, un gruppetto di genitori. Potremo scoprire la grazia di andare a Messa con i nostri figli, invece di mollarli in campo sportivo o di consumare le tasche nei padiglioni del centro commerciale. Mentre discorriamo, qualcuno accenna il motivetto del canto che faremo in chiesa e a un altro viene in mente di tirar fuori la vecchia chitarra. Una prossima volta passeremo un pomeriggio insieme in campagna, alla scoperta delle piante e in groppa ai cavalli. Non basta una diversa organizzazione della pastorale, o un calendario diverso degli impegni. È la partenza che la vita lancia ogni mattina, è lo sguardo al sole che spunta e ai bambini che ti guardano. È l’istinto della vita. È la Sua chiamata sulla riva del lago, a noi pescatori ormai stanchi. È il nome di ciascuno che rispunta sulle sue labbra e ci invita a seguirlo. Non abbiamo nessun debito da pagare, se non la voglia di vivere: guardando chi vive e seguendo chi ci insegna a vivere. Domani andremo al lavoro con una faccia diversa e racconteremo al collega il piacere di vivere.

don Angelo 

Da Nuova Scintilla n.41 – 29 ottobre 2017