Per un aiuto “moltiplicativo”

Luvigliano
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Week end di formazione per gli operatori: saper vedere non “l’assistito” ma la “persona”

Per un aiuto “moltiplicativo”

Ripensare l’agire della Chiesa e della società dove carità e giustizia possano trovare una reciprocità e una sinergia nell’agire per il bene delle persone. Questo è stato l’input che il dott. Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan di Padova, ha proposto alle 53 persone impegnate a vario titolo nel sistema che la Caritas Diocesana ha costruito in questi anni nel territorio. Non è stato un inizio facilissimo e anche l’esposizione di ciò che i vari soggetti hanno proposto (Centri di Ascolto, Empori della Solidarietà, Sevizio ai migranti, Servizio Giustizia) si è raccordato con le idee, i pensieri “alti” che il dott. Vecchiato ci ha presentato. Era un lavoro indispensabile perché nel mettere insieme l’agire, il pensare e il pregare, si è potuto cogliere parte della identità di un organismo pastorale ancora relativamente giovane e ancora relativamente poco ‘assorbito’ dal tessuto ecclesiale e civile. Molti i punti e gli snodi su cui soffermarsi nel prossimo futuro; molte le suggestioni proposte.

Secondo aspetto: se l’aiuto che diamo non è moltiplicativo, non è aiuto; è prosecuzione di assistenza e di filantropia (interessante il continuo riferimento alla parabola evangelica dei pani e dei pesci che vengono moltiplicati). Anche la carità – anche la Caritas – vive il pericolo di essere una ‘partita di giro’; ecclesiale e senz’altro trasparente, ma un tot entra e un tot esce. Qual è il rendimento e il valore moltiplicativo delle azioni che mettiamo in pratica? Si dovrà approfondirne il valore e il significato. Un terzo aspetto: quando l’altro cessa di essere un assistito e diventa per me una persona? Quando chi ha ricevuto un beneficio, può iniziare – anche lui – un’azione caritatevole per gli altri? Quanti accompagnamenti riusciamo a fare in maniera che le persone si sentano protagoniste del loro riscatto? Domanda cardine dei Centri di Ascolto di matrice Caritas. Questo per non prospettare ai Centri di Ascolto la stessa metodologia del ripetere all’infinito le stesse azioni: dare alimenti, distribuire indumenti, pagare bollette… E per non diventare quello che in maniera agrodolce abbiamo chiamato l’ecocentro delle marginalità. Detto con altro linguaggio: “Vai alla Caritas… là qualcosa faranno”. Su questo non ci siamo nascosti le criticità che nel territorio possono insorgere, anche nel rapporto con le competenze del pubblico. Infine una sottolineatura tutta rivolta agli operatori: noi portiamo – forse inevitabilmente – un desiderio di fare i redentori in luoghi come i Centri di Ascolto e dove si esercita un servizio… Finché nel servizio vi è un nocciolo di potere, non riusciremo ad aiutare. Questa capacità di esercitare bene l’ascolto ma anche di applicare una serie di pratiche che fanno dell’ascolto una buona prassi (iniziando dalla corretta compilazione di una scheda dell’utente), ci introduce nel campo che abbiamo chiamato la ‘logistica delle competenze e delle capacità’. Non sarà possibile considerare il Centro di Ascolto e la Caritas parrocchiale semplici luoghi dove si va per fare del bene o dove si pensano alcune iniziative per le comunità. Competenze relazionali, di setting, di capacità colloquiale, di orientamento alla soluzione (non la soluzione!), sembrano ormai punti non più rimandabili per la formazione degli operatori dei Centri di Ascolto, con la nota positiva che ormai in quasi tutti i Centri di Ascolto vi è la presenza di qualche giovane studente di Scienze della Formazione, di laureandi in Servizio Sociale, in Psicologia dei gruppi e del lavoro. Con un po’ di soddisfazione siamo giunti alla 4ª Tesi di laurea per il Servizio Sociale – la scuola per diventare Assistenti Sociali – che prende come spunto e sviluppa la Rete dei Servizi che la Caritas Diocesana ha implementato nel territorio diocesano. Poi il discorso si è fermato – solo per un attimo – su una serie di soggetti come Onlus, Cooperative, Imprese Sociali che sulla spinta di mons. Nervo e di mons. Pasini sono nate in Italia… Anche di questo avremo occasione di parlare e di approfondire il significato.

M.C.

Da Nnuova Scintilla n.41 – 29 ottobre 2017