La gloria di Gesù risplende nella sua umanità

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PAROLA DI DIO  – TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE –  ANNO A

LETTURE: Dn 7,9-10.13-14; Dal Salmo 96; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9.

La gloria di Gesù risplende nella sua umanità

Dn 7,9-10.13-14: “La sua veste era candida come la neve”.

La rivelazione della Bibbia ha come primo oggetto Dio stesso all’uomo, come ricorda un’espressione del Concilio Vaticano II: “Piacque a Dio manifestare Sé stesso…”. Quali i segni, le esperienze e il linguaggio nei quali Dio si manifesta? Parola chiave è ‘la gloria di Dio’. A fronte del fatto che l’uomo non può vedere Dio ‘faccia a faccia’, egli lo può in tante sue manifestazioni e segni: il creato, la forza, la bellezza, gli interventi nei quali Israele riconosce la mano o la presenza di Dio, il roveto ardente, il trono di Dio, la parola di Dio, lo splendore della luce… Ma manifestazione più grande e piena che Dio ci ha fatto di Sé è stata e resta la rivelazione di Sé in Gesù. Questa rivelazione è stata preparata da tante esperienze narrate nella Bibbia, di cui una oggi abbiamo ascoltato nella ‘visione’ del profeta Daniele. In questa visione è stato anticipato il mistero di Dio e dell’‘inviato’ che avrebbe preso carne tra gli uomini, cui il Padre avrebbe affidato il governo e la salvezza del mondo. Dio è il “vegliardo assiso sul trono”, signoria del mondo. La sua divinità è espressa nella “veste candida come la neve” e nei “capelli candidi come lana”. In stretto rapporto con lui e proveniente dallo stesso cielo, ecco ‘venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo’ chiamato e inviato da Dio a condividere il suo governo perenne e la salvezza del mondo intero: “Gli furono dati potere, gloria e regno, tutti i popoli, nazioni e lingue…”. Preannuncio dunque di un personaggio che proviene da Dio, che con lui condivide la divinità, il potere e la gloria, assume però sembianze umane ‘simile a un figlio d’uomo’. Si apre così l’annuncio che la rivelazione di Dio si manifesta pienamente nell’umiltà di un amore che si spoglia di tutto per tutto donarsi.

Dal Salmo 96: “Il Signore regna, il Dio di tutta la terra”.

Il Salmo 96 canta la manifestazione di Dio nella maestà del creato, nella sua azione di giustizia e di diritto con cui governa tutto il cosmo, anche i cieli. “Perché tu Signore sei l’Altissimo su tutta la terra, eccelso sopra tutti gli dei”. In un tempo e in un contesto dove ogni popolo adorava i suoi propri dei, si afferma che nessuno è di sopra del Dio d’Israele (Signore = Jahweh), cui appartiene tutta la terra. Gradualmente Israele sarà condotto dal politeismo al monoteismo, riconoscendo e adorando in Jahweh il Dio Unico.

2Pt 1,16-19: “Siamo stati testimoni oculari della sua grandezza”.

L’apostolo Pietro aveva annunciato Gesù Cristo morto e risorto. Ma molti si interrogano sulla verità profonda di quell’annuncio sentendo le obiezioni di tanti dubbiosi o increduli (come capita spesso anche oggi): non saranno tutte storie senza fondamento, cose inventate? Ecco la risposta di Pietro: “Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate…”. In quest’occasione Pietro descrive l’esperienza della ‘Trasfigurazione’ raccontata nei vangeli sinottici. La visione è descritta con il classico linguaggio dell’antico Testamento: “siamo stati testimoni oculari della sua grandezza… nella maestosa gloria”. Si riprendono i termini simili al trono glorioso, alla veste candida, ai capelli candidi, a uno simile a figlio dell’uomo, che rimandano alle manifestazioni di Dio (teofanie). Gesù dunque nella sua umanità si è manifestato partecipe della ‘condizione divina’. Il secondo elemento maggiormente usato e più frequentemente nelle manifestazioni divine era la parola. Qui la parola del Padre è rivolta a Gesù ma è udita dagli apostoli: “A lui giunse questa voce… e noi l’abbiamo udita scendere dal cielo”, cioè venire da Dio. Una parola che confermava quanto annunciato già attraverso i profeti. Proprio quella parola è “lampada che brilla in luogo oscuro” in attesa della luce definitiva, Cristo Risorto “stella del mattino”, luce che annuncia la fine delle tenebre. L’esperienza della trasfigurazione è raccontata da san Pietro come esperienza della ‘gloria di Dio’, cioè della manifestazione e attestazione del divino nell’uomo Gesù Cristo.

Mt 17,1-9: “Fu trasfigurato davanti a loro”.

Quanto sperimentato dai tre apostoli è riassunto nelle parole: “Fu trasfigurato davanti a loro”, “cambiò forma” ai loro occhi. Nell’umanità di Gesù, nella sua debolezza dell’infanzia, nella fragilità del corpo, nell’umiliazione del rifiuto e dell’annientamento della morte ora avviene un cambiamento che rivela la realtà nascosta di Gesù. “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Immagini familiari per descrivere le ‘teofanie, le manifestazioni di Dio all’uomo. Nell’umanità ‘trasfigurata’ di Gesù anche i tre, sia pur furtivamente, entrano nella gloria divina, nella sua presenza, significata dalla “nube luminosa che li coprì con la sua ombra”. Fin qui la visione. Segue poi la parola che interpreta la visione. E’ testimone la Parola dell’Antico Testamento, Legge e Profeti, simboleggiata da Mosè “con il quale il Signore parlava faccia a faccia” (Dt 34,10) e da Elia che “salì nel turbine verso il cielo” (2Re 2,8-15). In questa atmosfera divina la voce del padre conferma la realtà di Gesù: “Questi è mio Figlio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Tra poco, sotto i loro occhi smarriti, in Gesù si manifesterà il Servo del Signore, umiliato e reietto dagli uomini: proprio lui è l’amato figlio di Dio. Ed ecco l’atto di fede: “I discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore”. Segue l’atto di adorazione di chi ha consapevolezza di trovarsi alla presenza di Dio. Alla Trasfigurazione i discepoli sono invitati a riconoscere la divinità di Gesù nella sua umanità, nella Pasqua essi saranno invitati a riconoscere nel corpo glorioso del risorto la stessa umanità di Gesù. In Cristo Dio si rivela unitamente nel destino di croce e di gloria.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.31 – 06 agosto 2017