Parole in diretta

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I GIORNI

Parole in diretta

Continuano a soffiare all’orecchio le parole del Generale dei Gesuiti, padre Sosa, nelle quali si afferma che – non essendoci i registratori ai tempi di Gesù – ‘come facciamo a sapere le parole esatte che lui ha pronunciato?’ Ben per noi che a quei tempi non esisteva la tecnologia e tutto era affidato ai sensi e al cuore delle persone. Le parole di Gesù non ci sono arrivate nella precisione formale di un registratore, ma nell’intensa vibrazione che hanno suscitato negli ascoltatori. Gesù aveva degli amici: un Dio con amici cari che lo seguivano. Gesù a casa loro, come arriva sottocasa nostra nella processione del Corpus Domini! Case di amici: Pietro, Marta Maria e Lazzaro. Mangia in tante case e con gli apostoli nell’ultima cena con desiderio intensissimo! Tante parole e tanti fatti saranno andati perduti, parabole, esortazioni, rivelazioni. L’evangelista Giovanni dice che i libri della terra non basterebbero a contenere tutti i ‘segni’ compiuti da Gesù. Ma le parole e i fatti che hanno vibrato nel cuore degli ascoltatori trasformando la loro vita, come pesci guizzanti hanno attraversato il mare dei secoli fino a sgusciare tra le nostre mani.

Le ‘ipsissima verba Christi’ – le sue stessissime parole – ci venivano insegnate a scuola di teologia, quando i biblisti tentavano di raschiare il testo a noi pervenuto, come i restauratori di un quadro sollevano la pelle dei secoli per far risplendere i colori primitivi dei dipinti di Michelangelo o di Giotto. Può capitare di bucare la tela. A noi le parole di Gesù sono arrivate come le ha percepite e capite Giovanni, come ha imparato a viverle Marco che le ascoltava da Pietro, come le ha ricercate Luca che è andato a chiederle a Maria e a tanti amici del Signore. Non solo ci arrivano come Gesù le ha pronunciate, ma come i discepoli le hanno vissute e gustate nella comunità primitiva, parole nuovamente incarnate. Gesù non ha scelto di essere tramandato attraverso libri o registratori, ma ha voluto essere comunicato e rivivere attraverso chi crede in Lui e lo ama. Le parole di Gesù, lette personalmente o in gruppo, risplendono con i loro colori, perché rimandano non a una pagina scritta, ma a un’esperienza in atto. Non un Gesù di carta, né un misero suono di voce, ma una presenza visibile nella nostra carne e nella nostra vita. La Chiesa non si limita a suggerire la lettura personale della Bibbia e del Vangelo, ma li fa risuonare nelle Chiese, li privilegia nelle liturgie, li incarna nella pratica della vita. Lo Spirito genera nuovamente Gesù nella carne e nelle viscere dei discepoli che credono in Lui.

don Angelo

Nuova Scintilla n.26 – 2 luglio 2017