Storia di un monastero

Ss-ma-Trinita
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Alla SS. Trinità, che celebriamo oggi, era dedicato il complesso di Brondolo

Storia di un monastero

La solennità della Santissima Trinità – che celebriamo oggi – ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste, proponendo uno sguardo riconoscente al compimento del mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo (vedi foto). Tale festa fu introdotta nel 1334 da papa Giovanni XXII. Alla Ss.ma Trinità e a San Michele Arcangelo era dedicato il monastero benedettino di Brondolo, vicino alla foce del fiume Brenta, che esisteva già nel 724. Importante centro di spiritualità, inserito nel contesto socio-economico del territorio clugiense, figurava, altresì, fino al secolo XIII, da attivo polo coordinatore nella industria del sale, attività economica fondamentale, allora, nella laguna veneta.

Da imputare ad una presenza longobarda nell’area della laguna veneta, l’insediamento del cenobio benedettino, come dimostrerebbe un’antica donazione del duca longobardo Sergio di Senigallia, con successive altre cospicue elargizioni da parte di personaggi appartenenti allo stesso gruppo etnico, contribuendo così – almeno in parte – fino al X secolo, ad una connessione tra la civiltà longobarda e la civiltà veneto-bizantina. Nel 1013 incamerò nel suo patrimonio la chiesa di San Benedetto di Venezia, grazie ad una donazione dei fratelli Domenico e Giovanni Falier, consolidando così la propria posizione nell’area meridionale della laguna. Nel 1229 – a causa del decadimento morale e disciplinare – papa Gregorio IX decise di applicare, anche per il monastero benedettino di Brondolo, la riforma cistercense, disposta dal monastero di Santa Giustina di Padova e già praticata dai cistercensi di Chiaravalle della Colomba (Piacenza), monastero, quest’ultimo, fondato dallo stesso San Bernardo. I monaci bianchi arrivarono nell’estate del 1229 e con essi il monastero si consolidò e acquistò sempre maggior importanza. Nel 1379 – nel corso della cruenta guerra di Chioggia tra le repubbliche di Venezia e di Genova – il cenobio fu diroccato dai soldati e marinai genovesi. Al termine del conflitto, nell’insediamento religioso figuravano solo pochi monaci, che non volevano rassegnarsi alla fine della plurisecolare presenza benedettina; ma nel 1409, non potendo più contare sulle originali fonti di sostentamento, dovettero piegarsi alla volontà del Senato Veneto, che decise di riconvertire il monastero in fortilizio militare e, di conseguenza, i monaci cistercensi dovettero trasferirsi nel monastero di Santo Spirito, situato in una piccola isola nei pressi di Venezia. Ma tale nuova realtà monastica ebbe vita breve, poiché nel 1497 non era nominata tra quelle entrate a far parte della Congregazione Italiana di San Bernardo.

G. Aldrighetti

Nuova Scintilla n.23 – 11 giugno 2017