Pellegrini in città

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RICORDANDO PADRE VENANZIO

Da Pordenone a Chioggia sulle orme di padre Marco

Pellegrini in città

La memoria di padre Venanzio Renier – nove anni ci separano dal suo transito a Dio del 17 giugno 2008 – ha un suo “fascino” per chi, soprattutto nei trent’anni da lui trascorsi in Friuli quale promotore della causa di Marco d’Aviano, ne conobbe le doti e l’umanità grandi. Il suo nome evoca pure quello della città natale, che non è che affascini di meno! È stato perciò naturale – e per nulla difficile grazie alla bella collaborazione dei preti della città, del seminario e del museo diocesano – pensare e organizzare un viaggio da Pordenone, sede tuttora delle attività avviate dal cappuccino chioggiotto, “nella città-isola della laguna veneta e diocesi”, come recita il depliant diffuso dal Comitato Beato Marco per la causa di canonizzazione insieme alla ProPordenone, benemerita istituzione che a padre Renier aveva conferito nel 2000 la massima onorificenza. Il fascino si fa poi suggestione per la scelta dei promotori di venire a Chioggia nella giornata di festa dei santi patroni, martiri della romana (e friulana!) Aquileia.

Fra i cittadini animanti il Corso del Popolo e le funzioni in Cattedrale, ci imbatteremo così, la mattina di domenica 11 giugno, pure in un gruppetto di sessanta “innamorati” di Chioggia. Innamorati certo anche del suo mare in questo inizio d’estate, e forse ancor più della laguna che essi solcheranno nel pomeriggio in battello. Sono i luoghi in cui nacque e si nutrì, non solo di pesce (peraltro ricco di fosforo!) ma della religiosità umile del popolo di Chioggia, il figlio di un pescatore e di una mamma di casa di calle Vianelli in parrocchia di Sant’Andrea, allievo del Venerabile padre Calcagno nel vicino Oratorio dei Filippini, che, con la generosità da quest’ultimo imparata, diede quindi alla Chiesa Triveneta, fino all’ingresso nei cent’anni, una testimonianza di amore del Signore che più d’uno dice “di santità” . Lo fece nell’insegnamento della teologia e del diritto, nell’amministrazione della giustizia nel Tribunale Ecclesiastico Regionale, nell’eccellenza della predicazione e nell’assiduità al confessionale, infine nella strenua “lotta” per donare beato il Padre Marco “d’Europa” anche alla sua Chioggia, la quale aveva salutato l’antico cappuccino novello presbitero nel 1655. Il viaggio dei pordenonesi – che ricordano di Chioggia anche le “effusioni” del cuore di mons. Sennen Corrà, vescovo clodiense per tredici anni e poi concordiense/portonaonense per altri undici – avrà il suo apice nella messa festiva celebrata in Sant’Andrea alle ore 10 con quella comunità, ma si concluderà non a caso nella cappella del Vescovado davanti all’“icona” che lì fa memoria dell’ordinazione di un santo personaggio tanto importante per l’Europa, oggi specialmente. Vogliamo pregarlo davvero, il Beato Marco, perché interceda da Dio pace e misericordia sul nostro continente. Ci insegna, il Beato Marco, che la preghiera può tutto, specie quando il buio sembra vincere sulla luce. Ci credeva tanto anche padre Venanzio da Chioggia!

Walter Arzaretti

Nuova Scintilla n.23 – 11 giugno 2017