Esempi di speranza e carità

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Santi Felice e Fortunato, patroni della diocesi

Domenica 11 giugno il ricordo dei due giovani martiri.

Processione alle 18, pontificale alle 19

Esempi di speranza e carità

Questa domenica 11 giugno – solennità della Trinità – ricorre anche la festa dei santi Felice e Fortunato, Patroni della nostra città e diocesi, che liturgicamente si celebra lunedì 12. Ma già dal tardo pomeriggio dell’11, alle ore 18, ci sarà la processione, con partenza dalla chiesa di S. Andrea fino a piazza Vigo, da dove il vescovo Adriano benedirà la città e la laguna, e poi fino alla Cattedrale, dove il presule presiederà il solenne pontificale. Con l’occasione ricordiamo che visitando il museo diocesano d’arte sacra di Chioggia (visita gratuita in questa giornata), si può ammirare, tra le numerose opere d’arte esposte, anche le settecentesche statue dei santi Felice e Fortunato Mm., opera di Antonio Chiesa, autore anche del complesso scultoreo della Madonna Addolorata, presente nella chiesa parrocchiale di sant’Andrea ap.lo.

I due invitti Santi, effigiati nell’uniforme di soldati dell’Impero romano, portano alla sommità del loro elmo un piumaggio di bianco e di rosso, come d’altro canto è possibile vedere anche nel dipinto del primo Settecento – presente sempre nel medesimo museo – che raffigura l’apparizione, in sogno, dei nostri Patroni al vescovo Lorenzo Prezzato, al quale rivelano l’ubicazione dei loro resti mortali nella cattedrale, essendone stata persa la memoria. Il motivo di tale piumaggio di bianco e di rosso, giustamente, richiama lo stemma della città che è “d’argento al leone di rosso” e di conseguenza porta ai colori propri della comunità clugiense. Da notare, poi, che nel corso della dominazione asburgica tale piumaggio andava bene anche all’Austria, essendo questi smalti anche quelli presenti nella Bandiera e nello scudo araldico di tale Stato che è: “di rosso alla fascia d’argento”. Ricordiamo a tal punto che in vessillologia, ovvero nella scienza che studia le bandiere, l’argento presente in uno scudo, come d’altro canto l’oro, riportati in tessuto, possono essere rappresentati in bianco e in giallo, al fine di evitare che bruniscano. I colori del piumaggio che sovrastano gli elmi dei nostri protettori, si modificarono, invece, con l’avvento dell’unità d’Italia, nel 1866, quando, nel fervore risorgimentale e patriottico, si volle porre sopra i due elmi una piuma di verde, una di bianco ed una di rosso, non per ricordare la comunità clugiense, di cui Felice e Fortunato erano i patroni, bensì l’Italia. Ricordiamo, infine, che per la dotta scienza documentaria della Storia che è l’Araldica, l’argento (bianco) simboleggia, tra le virtù, la Speranza, mentre il rosso la Carità, virtù queste che ben si addicono ai nostri invitti Martiri e non solo…

Giorgio Aldrighetti

Nella foto: Museo diocesano, Chioggia. Antonio Chiesa, Statue dei Santi Felice e Fortunato, sec. XVIII (foto concessa dall’Archivio diocesano di Chioggia)

Nuova Scintilla n.23 – 11 giugno 2017