“Attraversare la preadolescenza”

Assemblea-Diocesana
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CATECHISTI E ANIMATORI PARROCCHIALI DELLA DIOCESI

Note dall’assemblea annuale con il vescovo Adriano, svolta presso i locali della Navicella

“Attraversare la preadolescenza”

Domenica 21 maggio i catechisti e gli animatori parrocchiali della Diocesi di Chioggia si sono incontrati per l’annuale assemblea presso i locali della parrocchia della B. Vergine della Navicella. La comunità diocesana era ben rappresentata. Il tema, su cui si è discusso, è stato “Attraversare la preadolescenza”. Dopo un momento di accoglienza e la preghiera iniziale, guidati dal direttore dell’ufficio catechistico diocesano, don Danilo Marin e alla presenza del nostro vescovo mons. Adriano Tessarollo, attraverso alcune slides, è stata rivisitata la nuova prassi del cammino dell’Iniziazione Cristiana che ormai molte parrocchie della nostra Diocesi hanno adottato. Questo cammino è stato rivisto attraverso gli Orientamenti sulla catechesi dei nostri vescovi e guardando anche le indicazioni che il vescovo ha dato alla nostra Diocesi con le due note pastorali, quella sul Battesimo dei bambini (2013) e quella sull’I.C. dell’anno scorso.

Nella seconda parte si è iniziato ad affrontare, come comunità diocesana, una delle sfide che non può non interessarci e impegnarci a fondo: la preadolescenza. Il nostro lavoro di catechesi è concentrato soprattutto fra i 7 e i 12 anni circa, mentre c’è meno attenzione nella prima fase, l’infanzia, e in quella della preadolescenza (dicono i vescovi negli Orientamenti).

Il nostro vescovo, nel suo intervento, ha voluto comunicare la sua preoccupazione e la sua passione sul tema dell’educazione alla fede. Ha ribadito che bisogna avere il coraggio di operare anche delle scelte. Sostanzialmente l’abitudine, la tradizione ci “incombe”, nel senso che non ci fa uscire facilmente. Dopo aver visto l’area da 0 a 6 anni e quella da 6 a 12 anni, particolarmente significativa è l’area da 12 ai 16-17 anni: quella che chiamiamo preadolescenza e adolescenza. Però, per poter lavorare in questo arco di anni, occorre porre le basi, mettere delle premesse nell’età 6 – 12 anni con un certo orientamento, affinché il nostro cammino catechistico sia effettivamente un “itinerario alla fede”.

Nell’età adolescenziale di che cosa c’è bisogno? Adesso viviamo in un tempo di pluralismo; i ragazzi sentono questa varietà, cominciano ad avere il desiderio di sentirsi responsabilizzati e di “costruirsi con le loro mani”. La prima grande area d’interesse educativo dovrebbe essere quella dell’identità personale. E’ attraverso di essa che il ragazzo può scoprire l’esigenza, il desiderio di riconoscere il mistero profondo che siamo noi, ma in relazione a Dio. Allora scaturisce l’idea anche di “vocazione”. Poi c’è una seconda area: quella dell’incontro con Gesù Cristo. Dentro di noi c’è un mistero forse non tutto chiaro, ma c’è bisogno d’invocare. Invocare chi, che cosa? A questo punto s’introduce l’area dell’incontro con Gesù. Coltivare il desiderio dell’incontro con Gesù, perché diventi coscienza. Poi c’è una terza area: quella sacramentale che introduce all’appartenenza ecclesiale.

Successivamente c’è stato l’intervento di Alessandra, coordinatrice della comunità educativa di Porto Viro che accoglie adolescenti che provengono da situazioni difficili, e di Cristina che lavora nel territorio di Chioggia con ragazzi che vivono situazioni di disagio. Entrambe hanno cercato di condividere la loro esperienza educativa. È stato proposto lo spezzone di un film che parlava di adolescenti, dal quale sono emersi vari temi: il rapporto con i genitori, con le regole, con le istituzioni, la ricerca di un’identità dell’essere qualcuno. Si è quindi passato a un lavoro di gruppo riguardante le criticità e i punti di forza che si riscontrano quando incontriamo i ragazzi preadolescenti in parrocchia. Quindi è stato relazionato ciò che è emerso dai lavori di gruppo. Cristina ha concluso dicendo che la preadolescenza e l’adolescenza sono fasi evolutive complesse, per cui richiedono formazione per affrontarle. Occorre conoscere chi è l’adolescente, che tipo di domande porta e qual è la prospettiva che una comunità educante sceglie per educare. Infine c’è stato l’intervento di don Nicola dei Salesiani di Porto Viro e di don Stefano, vicario parrocchiale di San Bartolomeo e Fornaci. In pratica ci hanno detto, riportando la loro esperienza pastorale, che lavorare con i preadolescenti si può ed è anche… entusiasmante.

o, coordinatore della Commissione “Attraversare la preadolescenza” ci ha invitati a rimboccarci le maniche perché il compito che ci aspetta non è dei più facili ma è una sfida che non possiamo non affrontare tutti assieme.                         

Lidia Duò, catechista di Taglio di Po

Nuova Scintilla n.22 – 04 giugno 2017