Un’esperienza da condividere

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Il racconto di Giulia e Luca

Un’esperienza da condividere

Partecipare a questa XXVI Assemblea nazionale è stata una novità sia per me che per Luca. Respirare la dimensione nazionale è sempre una boccata d’ossigeno sia a livello personale che associativo, perché permette di assaporare la bellezza di una dimensione più ampia. Di sicuro, a differenza di altre esperienze nazionali, che entrambi abbiamo avuto modo di vivere, questa ci ha fatto sentire in modo tangibile la responsabilità che noi tutti come aderenti abbiamo verso l’associazione, la Chiesa e la società in cui viviamo. Questa responsabilità però non è un qualcosa che schiaccia, bensì è “un carico leggero”, portato non da soli ma con altri nostri coetanei ed adulti. Abbiamo avuto modo di sperimentare la bellezza di sentirci parte di una famiglia allargata, fatta di volti nuovi con cui stringere amicizia, e da altri, già incontrati in altre occasioni e che rivedere ci ha riempito il cuore di gioia.

Tra i vari interventi a cui abbiamo assistito quello che mi ha maggiormente colpito è stato quello di Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, il quale ci ha ammonito dapprima a non rimanere rintanati nell’abside delle chiese, ormai occupate da pochi prelati, e nemmeno a rimanere al sicuro all’interno della navata, ritenendoci dei pochi eletti ormai arrivati e migliori degli altri; bensì ci ha spronato a vivere negli atri, sulle soglie, dove sono gli ultimi, anzi, a spingerci ancor oltre, sulle piazze, dove il mondo vive. Il richiamo ad essere missionari, già fattoci dal presidente Matteo Truffelli ed anche da papa Francesco domenica in piazza San Pietro. Portatori di fiducia e speranza, questo è quello che ci viene chiesto; compito non sempre facile, ma possibile se fatto alla luce del Vangelo.

Per Luca invece il momento più significativo è stata la discussione in sottogruppi, da noi scelti in base all’argomento, del capitolo 5° del documento assembleare. È stata un’occasione di condivisione di gruppo, riflessione e rielaborazione sui contenuti del documento, che ci ha permesso di contribuire attivamente alla sua stesura definitiva. Tale compito che ci è stato affidato ci ha fatto sentire protagonisti e corresponsabili dell’orientamento dell’associazione per il prossimo triennio. Riconoscerci nei valori e nei fondamenti dell’Azione Cattolica ci ha resi orgogliosi e sempre più convinti che optare di far parte di essa è davvero la scelta migliore della nostra vita.

Sono stati quattro giorni intensi, carichi di contenuti, di gioie, di preghiera e condivisione; momenti scanditi dalla storia della nostra associazione, alla quale guardare con occhi che scrutano l’essenziale che racchiude, la forza propulsiva che essa ha avuto per tanti altri movimenti laicali, ma senza rimpianti o nostalgie, bensì aperti ed in grado di osservare con amore la storia che stiamo vivendo e di cui siamo parte, per rispondere prontamente alle sfide ed ai bisogni che ci vengono posti dinnanzi, qui ed oggi! Siamo “Custodi del futuro” e “viandanti della fede”. Sta quindi a noi non custodire gelosamente questa esperienza nel cuore, ma riversarla con gratitudine all’interno delle nostre parrocchie e della nostra diocesi: impegno preso!

Giulia Fanton, Responsabile diocesana del settore giovani

Luca Tosin, Vice-responsabile diocesano ACR

Nuova Scintilla n.19 – 14 maggio 2017