Rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto

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PAROLA DI DIO – PASQUA DI RISURREZIONE

LETTURE:  At 10, 34a. 37-43; Dal Salmo 117; Col 3, 1-4; Mt 28,1-10  /  Gv 20,1-9.

Rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto

At 10, 34a. 37-43: “Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione”.

Ecco un esempio della predicazione ‘essenziale’ degli Apostoli (Kerigma), dalla quale si è sviluppata poi la catechesi per approfondirne il senso e trarne le conseguenze per la vita dei credenti. La storia di Gesù che gli apostoli testimoniano è cominciata nei loro villaggi della Galilea, specie lungo le rive del lago, dove hanno incontrato e ascoltato Gesù di Nazaret. Sono stati aiutati a riconoscerlo dal profeta Giovanni Battista, in presenza del quale  Gesù fu ‘investito’ dalla forza e potenza dello Spirito Santo. Da quel momento la vita di Gesù è diventata un passare fra la gente, offrendo perdono e liberazione dal potere del maligno, quali segni che Dio era all’opera con Lui. La vita di Gesù non si è fermata in Galilea ma si è spinta in tutta la Giudea, fino a Gerusalemme, dove Egli, per annunciare la ‘buona notizia’ dell’amore e del perdono di Dio per tutti, andò incontro al rifiuto e anche alla morte nel patibolo della croce. Quella morte non fu la fine ma il nuovo e definitivo inizio: “Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti”. Ecco l’annuncio pasquale.

Dal Salmo 117: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo”.
Il Salmo 117 è una lunga liturgia di ringraziamento. Un personaggio importante, forse il re, racconta la liberazione ottenuta da un pericolo o nemico mortale. Il salmo si apre con l’acclamazione del coro: “Eterna è la sua misericordia!”. Il personaggio rende grazie entrando al tempio e, dopo un dialogo alla porta del tempio, accompagnato dal canto del coro, giunge fino all’altare. La liturgia sceglie oggi tre strofe. La prima si apre con l’invito a ringraziare il Signore per la sua bontà e il suo amore. La seconda strofa esalta la forza del Signore grazie alla quale il personaggio annuncia che è stato liberato dal pericolo o dal nemico mortale. Infine la terza strofa annuncia il grande cambiamento che Dio ha operato in favore del suo consacrato e del suo popolo: colui che fu prima rifiutato, ora, per opera del Signore, diventa ‘la pietra d’angolo’ della nuova costruzione! Il giorno in cui Dio ha operato questo capovolgimento è giorno di gioia e di festa, ripete il ritornello. La Pasqua è questo giorno di gioia e di festa, perché è il giorno del ‘capovolgimento’ o della vittoria, operati da Dio per il suo Figlio e con lui anche per tutti coloro che a Lui si affidano. Il personaggio in causa è Gesù Cristo, il pericolo o nemico mortale è la morte, il capovolgimento o la vittoria è la risurrezione e chi ha operato tutto questo è Dio Padre: Egli ha risuscitato il Figlio Gesù Cristo, rifiutato dal suo popolo, ma ora costituito Re e Signore.

Col 3, 1-4: “Cercate le cose di lassù, dove è Cristo”.

Nella pasqua contempliamo la storia di Cristo morto e risorto. La novità dell’esistenza cristiana sta nella solidarietà del credente con il Cristo morto e risorto: egli condivide fin d’ora la condizione del Cristo vivente nella comunione col Padre (nei cieli). Questa realtà dà un nuovo orientamento alla vita del credente, espresso in termini contrapposti: non più “le cose della terra, ma quelle di lassù”, non più ‘le cose passate, ma quelle presenti e future”.  Cercare le cose del cielo e non quelle della terra, non significa fuga dal mondo o dalla storia, ma un orientamento e una finalità nuova al nostro stare nel mondo, al nostro stare e operare sulla terra. E’ lo stile nuovo della vita del credente. Chi condivide la sorte di Cristo, vive in unione con Lui attraverso la nuova vita battesimale, partecipa già della vittoria di Cristo e vive in attesa della piena condivisione al suo destino di gloria.

Mt 28,1-10: “E’ risorto e vi precede in Galilea”.

Gv 20,1-9: “Egli doveva risuscitare dai morti”.
Sono le due pagine evangeliche proposte per la notte e per il giorno.

Nel racconto di Matteo il terremoto e l’angelo che apre il sepolcro mostrano che Dio è all’opera nel risuscitare Gesù. Dio apre poi anche gli occhi e il cuore delle donne per capire nella giusta direzione della fede la conclusione della vita di Gesù. Esse diventano coraggiose testimoni e annunciatrici, anche agli apostoli,  che la ricerca di Gesù non si conclude al sepolcro di Gerusalemme, ma riparte da là dove essi lo avevano incontrato e avevano cominciato a seguirlo. Là lo rincontreranno e di là ripartirà la loro missione. Per chi, come le guardie e i giudei, non è disposto a credere, l’evento straordinario della risurrezione si trasforma in paura e oscurità mortale. Per i discepoli credenti invece, lo stupore dell’evento straordinario si trasforma nella gioia di chi ha finalmente scoperto il significato della storia del Crocifisso e corre ad annunciarlo agli altri discepoli. E’ l’atteggiamento di apertura all’inattesa azione di Dio che permette ai discepoli di incontrare Gesù, di sperimentarlo vivente e di riconoscerlo come loro Signore: “Gesù venne loro incontro…esse si  avvicinarono, gli afferrarono i piedi e si prostrarono dinanzi a lui”. La risurrezione di Gesù dai morti, insieme con la sua morte in croce, costituisce il nucleo centrale del messaggio cristiano. 

La pagina del vangelo di Giovanni mostra maggiormente che la fede è frutto di un cammino illuminato dai segni che Gesù lascia della sua presenza viva (il sudario non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte) e illuminato dalla Parola delle Scritture (non avevano ancora compreso le Scritture). La risurrezione è il punto di partenza per comprendere tutto il cammino percorso da Gesù e la sua stessa realtà e missione. La risurrezione di Gesù, allora come oggi, può essere raggiunta solo nella fede. Senza la disponibilità alla fede, il vangelo resterebbe incomprensibile. Buona Pasqua

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.15 – 16 aprile 2017