Strumenti di lotta alla povertà

Incontro-Caritas
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PROPOSTA FORMATIVA CARITAS

Utile incontro sui Livelli essenziali di assistenza e di prestazioni

Strumenti di lotta alla povertà

I tempi che stiamo vivendo sono di profonde trasformazioni anche per il nuovo assetto che si sta profilando per i servizi socio sanitari alle persone. Due importanti novità stanno ricollocando le riflessioni sulle modalità con le quali gli enti preposti alla cura della persona si pongono di fronte ai soggetti in situazione di marginalità e/o di disagio. Da una parte la definitiva approvazione del Governo dei L.E.A. cioè il Livelli Essenziali di Assistenza, che uniformano per tutto il territorio italiano le prestazioni sanitarie. Entrano in questo ‘paniere’ di prestazioni alcune cure che prima non erano comprese, come ad esempio la fecondazione assistita o la cura di malattie rare che comportavano ingenti spese per terapie e farmaci che prima non venivano coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. Resta ancora un vuoto normativo e legislativo per quel che riguarda i L.E.P. i Livelli Essenziali di Prestazioni che riguarda la dimensione più propriamente sociale e socio sanitaria, come ad esempio l’inserimento di minori in comunità i centri contro l’abuso e i centri anti violenza alle donne. In realtà dobbiamo riconosce che nel campo del sociale il Governo Renzi e in continuità l’attuale Governo Gentiloni, per la prima volta nella storia della Repubblica ha promosso un Piano Organico di Lotta alla Povertà. In questo contesto si andranno ad introdurre misure organiche e strutturali per combattere il fenomeno della povertà e del disagio sociale. Questo bisogna riconoscerlo e dare atto che nel citato settore saranno destinate risorse non occasionali nel bilancio del Governo Centrale. In questa linea si andrà a lavorare – ad esempio – per la riqualificazione delle periferie urbane, per la grave marginalità, per i senza fissa dimora. Intanto da settembre del 2016 è diventata operativa una misura strutturale che diventa il primo passo verso una definizione di quello che viene definito reddito di cittadinanza.

La concretizzazione di questa misura universale (universale significa rivolta a tutti i cittadini italiani) inizia con la S.I.A. il Sostegno di Inclusione Attiva. È una misura importante perché vede impegnati diversi soggetti istituzionali oltre il Governo Centrale: le Regioni e i Comuni. Dobbiamo riconoscere che l’inizio – specialmente nei Comuni, cioè negli assessorati alle Politiche Sociali – non è stato facile: competenze diverse, nuova impostazione per accompagnare la persona in situazione di difficoltà economica e/o di marginalità sociale non sono sempre facili e di immediata acquisizione. La strutturazione della S.I.A. prevede la presenza e la partecipazione alle progettualità territoriali degli enti del variegato mondo del Terzo Settore e in questo senso Caritas Italiana sta spronando le Caritas Diocesane ad essere soggetti attivi nel territorio, anche diventando uno degli attori che partecipano ai gruppi locali di progettazione. Interessante notare che i Gruppi di Progettazione, la Regione del Veneto li ha definiti con le Conferenze dei Sindaci antecedenti all’unificazione delle Asl. Restano quindi i territori che già avevano lavorato insieme, che per la nostra Diocesi sono la Conferenza dei Sindaci dell’Asl 14 – Chioggia, Cavarzere, Cona – e dell’Asl 19, dove sette dei dieci comuni bassopolesani sono locati nel nostro territorio diocesano. Di fronte a queste trasformazioni che diventano possibilità e opportunità di presenza e di intervento anche per le nostra realtà ecclesiale, c’è urgente bisogno di formazione, specialmente per gli operatori e animatori Caritas che già lavorano nelle Caritas parrocchiali e vicariali e nei Centri di Ascolto presenti nel territorio diocesano. La formazione e la conoscenza dei meccanismi di partecipazione abbisogna di tempi e spazi congrui per affrontare la complessità e le articolazioni di questi nuovi piani di lotta alla povertà. Non è pensabile supporre che un operatore Caritas che svolge il suo servizio nel Centro di Ascolto non sia a conoscenza almeno di un quadro-base legislativo per un corretto rapporto con la municipalità di riferimento. Accanto alle tecniche di ascolto e di relazione empatica, andremo a conoscere nel suo complesso l’evoluzione dei Servizi Sociali in Italia e nel nostro territorio. Ci ha aiutati in questo la dott.ssa Mirella Zambello, docente di Scienze dei Servizi Sociali nelle Facoltà di Padova e Venezia che ha dedicato agli operatori e animatori Caritas la mattinata di domenica 12 marzo per un incontro a Porto Viro presso il Centro Giovanile San Giusto (nella foto).

mc

Nuova Scintilla n.11 – 19 marzo 2017