Operosi, con piena fiducia in Dio/Madre/Padre

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PAROLA DI DIO – 8ª Domenica del tempo ordinario A

LETTURE: Is 49, 14-15; Dal Salmo 61; 1 Cor 4, 1-5; Mt 6, 24-34.

Operosi, con piena fiducia in Dio/Madre/Padre

Is 49, 14-15: “Io non ti dimenticherò mai”

Ecco alcune delle più belle espressioni che leggiamo nei 16 capitoli del ‘libretto della consolazione’ (Is 40-55) del profeta Isaia. Il profeta raccoglie in questi due versetti la risposta di Dio stesso al lamento e al dubbio del suo popolo. La sofferenza dell’esilio sembra non avere fine e l’ora della liberazione sembra non affacciarsi sull’orizzonte. Per il credente si prospettano due cause: o Dio non può intervenire o si è dimenticato del suo popolo che ha già “ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati” (Is 40,2). “Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Non viene negato Dio, ma va  in crisi la fiducia nella sua fedeltà e nel suo amore. La rassicurazione viene da Dio stesso attraverso il profeta suo portavoce: chi pensa a Dio lo deve pensare nei termini dell’amore tenero e compassionevole di una mamma verso il suo bambino; e se qualche mamma non fosse così, Dio invece è così e anche lo sorpassa: l’amore di Dio è tale che non può non avere sempre presente nel suo cuore la sua creatura che non è mai dimenticata! E’ la certezza di questo amore che fuga i dubbi e dà sollievo all’anima.

Dal Salmo 61: “Solo in Dio riposa l’anima mia”.

Dove trova sollievo l’uomo quando è preso dall’ansia e dalla paura che lo assale, come chi si sente tremare la terra sotto i piedi e vede le pareti della casa crollare, o chi si sente ormai perduto o aggredito senza via di scampo? Ecco, dopo l’immagine materna di Dio del profeta Isaia, nel salmo si fa riferimento a Dio come roccia solida, come salvezza inattesa e rifugio sicuro da ogni assalto. In Lui l’anima trova sollievo dall’agitazione, le sue paure si placano, e torna la sicurezza di fronte a ogni dubbio o pericolo che l’assale. In niente e in nessun altro l’uomo può trovare quel sollievo e quel riposo che trova in Dio.

1 Cor 4, 1-5: “Allora ciascuno riceverà da Dio la lode”.

Oggi l’apostolo Paolo parla di sé e del suo servizio nei confronti della comunità di Corinto. Definisce se stesso col termine usato per gli operai di infima categoria (ministri/servitori), cui però egli contrappone la grandezza dei “misteri di Dio”, che gli sono affidati e cui egli deve servire. Tali misteri sono Dio stesso rivelato e conosciuto che egli deve annunciare insieme a quanto Dio ha donato. Responsabilità non piccola dunque. Di fronte a tale responsabilità, all’apostolo, come a ogni altro ministro/servitore di tali misteri, è chiesto di essere fedele servitore di quei misteri. La sua fedeltà sarà giudicata da Dio stesso nel giorno ‘ultimo’ della sua venuta. E’ quello il giudizio che conta; gli altri giudizi passeggeri o giornalieri degli uomini, e anche i suoi propri, sono di poco conto. Quel giudizio manifesterà davvero ciò che si nasconde nel cuore dell’uomo, le intenzioni profonde interiori che animano l’agire di ciascuno. Meglio agire per attendersi la lode definitiva di Dio che quella passeggera e giornaliera degli uomini  o del nostro stesso autocompiacimento.

Mt 6, 24-34: “Non affannatevi….a ciascun giorno basta la sua pena”.

Isaia ci ha assicurato che Dio non ci dimenticherà mai; con le parole del salmo abbiamo invocato: “Solo in Dio riposa l’anima mia”. Sono questi i ‘misteri di Dio’ che ci sono stati rivelati e donati, questa rivelazione di Dio e del suo amore e la sua fedeltà per noi, che siamo non solo sue creature, ma suoi figli. Ecco ora tutta la semplicità delle parole di Gesù che ci invitano a considerare e a vivere la nostra vita in relazione con Dio, “Padre nostro celeste” che sa ciò di cui abbiamo bisogno. E’ Lui il Signore della nostra vita, dei nostri desideri e delle nostre attese e speranze. Non faremmo un buon investimento se la tensione della nostra vita si spostasse da Lui per volgersi alla brama di accumulo di ricchezza: la vita diventerebbe affanno e la sua conclusione sarebbe una grande delusione. Operando positivamente, con giustizia e solidarietà nel mondo, davvero ‘ce n’è per tutti’, ci dice Gesù, per le piante e i fiori, per gli animali e per gli uomini. Operiamo con sereno impegno tutti i giorni, affrontiamo giorno per giorno le fatiche e le pene che incontriamo, nella consapevolezza che tutto non dipende esclusivamente da noi, e vincendo la nostra ‘poca fede’ con la certezza che siamo destinati al Regno di Dio e alla stessa sua (di Dio) giustizia, cioè alla sua volontà nei nostri confronti che è volontà di salvezza, di misericordia e di pace e non di afflizione.

+ Adriano Tessarollo

da Nuova Scintilla n.8 – 26 febbraio 2017