Sulla soglia del futuro

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I GIORNI

Sulla soglia del futuro

Le parole che i ragazzi scrivono per domandare il sacramento della Cresima rimbalzano in un’altalena di note alte e basse. Scendendo di tono, i ragazzi ripetono frasi fatte, quelle che bisogna dire secondo quanto gli adulti si aspettano. Innalzandosi di slancio, gli stessi ragazzi gettano schegge di autenticità e aprono finestre sul mare. Spiegano ‘perché scelgo di ricevere il sacramento della Cresima’ e in modo quanto mai sintetico ne esprimono la sostanza: “Sono cristiano”. “Voglio ricevere lo Spirito Santo”. “Voglio proseguire il cammino verso Dio” ovvero ‘il cammino di fede’. Qualcuno domanda che Gesù lo aiuti a scegliere la strada giusta per non sbagliare nel cammino della vita; dichiara la volontà di diventare ‘di più un cristiano’. Candidamente confessa: ‘Voglio tanto bene a Gesù’; desidero ‘continuare a crescere con Lui’, anzi, ‘ancora più legata a Lui’, continuando ‘la strada che i miei genitori mi hanno fatto cominciare verso Gesù e con Gesù’.

Un ragazzo confida di ‘essere sicuro di questa importante scelta’, e dichiara di voler essere maturo e responsabile verso Dio e verso gli altri. Una ragazzina domanda che Dio le entri in cuore portando ‘sicurezza nelle azioni, saggezza nelle decisioni e forza nelle difficoltà’: forse un’eco di raccomandazioni familiari. Permane la memoria del Giubileo: “Credo in Dio e nella sua misericordia”. Sbuca il proposito di essere ‘testimone’, aiutato dal gruppetto di appartenenza. Da quali sentimenti, timori, attese, è attraversato il cuore di questi ragazzini che salgono la collina della vita? C’è da commuoversi a vederli compiere i primi passi verso decisioni significative, già inizialmente coscienti e responsabili del presente e del futuro. In quale profondità si immergono le radici del loro essere, e in quale spazio si allargano i rami dell’albero che cresce? C’è una vita segreta in ciascuno. Sotterfugi e desideri nascosti, salde alleanze e piccoli tradimenti, indipendenza e bisogno folle di compagnia, insieme con una fonte inesauribile di speranza e un abisso di distrazione. Come potrà fiorire tutto questo fermento di vita? Chi e che cosa potrà incontrare? Le loro barchette si apprestano a scivolare fuori da un porto che riteniamo sicuro, per salpare verso direzioni sconosciute. Per educare un ragazzo che cresce ci vuole un villaggio, ci ripetiamo, ci vuole una comunità, con maestri e testimoni. All’ultimo giro i ragazzi – e in seconda battuta i genitori – incontrano tre giovani missionari i quali, già laureati e sistemati, hanno trovato il centuplo quaggiù nell’incontro con Cristo, sperimentato in un’amicizia per la vita. Nella lunga carovana della Chiesa, viene data la possibilità di incrociare non solo gente che torna indietro o si ferma ai lati, ma anche persone che camminano con gioia e scoprono panorami di bellezza.

don Angelo

Da Nuova Scintilla n.7 – 19 febbraio 2017