Credi tu questo?

Facebooktwitterpinterestmail

I GIORNI

Credi tu questo?

La Trinità non c’era: mai sentita nominare. Il ragazzo non è tra i più assidui frequentatori del catechismo e della Messa, e questa parola gli risulta sconosciuta. A buon pro, la parola Trinità non c’è nemmeno nel Vangelo, essendo spuntata un secolo dopo, per dire sinteticamente quello che Gesù ha vissuto e raccontato: il suo immenso rapporto con il Padre e l’immersione nel mare dello Spirito Santo. Che cosa dunque credono i cristiani? Quale aria respirano e di quale cibo si nutrono? Il catechismo dei genitori e adulti è provvisto di buone munizioni: le ottocento pagine del Catechismo universale, frutto consapevole e maturo del Concilio, le cinquecentosettantesette domande-risposte del Compendio (qualcuno sussurra: il Bignami della fede). Poi arriva lo scivolo: un foglietto ciclostilato nel quale il lauto pranzo del Credo cristiano è ridotto a 17 pillole e 9 formule. Si legge in cinque minuti, si commenta in tre quarti d’ora, si vive un’intera vita. Un solo Dio in tre Persone, il Figlio che diventa uomo, la Chiesa nella quale egli vive e agisce attraverso leazioni sacramentali…

Non dimentichiamo il Matrimonio, dove la cosa più ovvia – uomo e donna insieme per tutta la vita, disposti a diventare padre e madre – deve essere nuovamente e puntualmente affermata. Il foglietto di sintesi è come la mappa della città: dopo aver camminato in lungo e in largo, è utile avere sottomano il disegno delle vie e delle case, la collocazione delle Chiese e dei palazzi, i luoghi del passeggio e del ristoro. La piccola mappa è un vademecum per chi abita in città e per i nuovi che arrivano, cinesi o africani, migranti o negozianti. Ci sarà bene un’occasione in cui qualcuno dei ‘foresti’ domanderà il nome del Dio in cui credono i cristiani, o sarà curioso di sapere il titolo del nostro libro più prezioso, e di scoprire la chiave del Paradiso promesso. Non vogliamo annegare nella melassa delle ‘religioni tutte uguali’ e del ‘Dio che è lo stesso per tutti’. Ci siamo sentiti chiamare per nome nel Battesimo e nel dono dell’Eucaristia, e ci riconosciamo veramente figli, facendo festa insieme con i fratelli che applaudono. Questa è la nostra fede! E noi ci gloriamo di crederla e di professarla, perché il Credo che ci viene consegnato è come la neve che scende dal cielo e fa nuova la terra, è come il sole che ridesta le energie della vita, è come l’acqua che disseta tutta l’arsura del cuore. 

 don Angelo

Da Nuova Scintilla n.3 – 22 gennaio 2017