Di ritorno dal Natale

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I GIORNI

Di ritorno dal Natale

Che cosa ci portiamo dietro dai giorni del Natale che abbiamo vissuto? La liturgia è fiorita nei canti e nei presepi, negli auguri e nei doni. Leggermente e velocemente, molte famiglie sono scivolate fuori parrocchia, al paese di parenti e/o amici o verso le sciate sulla neve artificiale delle nostre aride montagne. Ora, come i pastori torniamo al gregge consueto e come i Magi ‘per un’altra strada’ facciamo ritorno alle nostre case e alle nostre cose. Quale regalo ci viene dato in contraccambio? Pastori e Magi ritornano lieti e certi di quello che hanno trovato: un Bambino piccolo con una madre e un padre e, nel Bambino, il riconoscimento del Figlio di Dio, dopo aver indugiato in adorazione davanti a Gesù, per dirgli grazie e imprimere nella memoria quel Volto che li accompagna per sempre. Esiste qualcosa di più bello e desiderabile? Nei giorni che seguiranno, quella Presenza amica, come un fiume che scorre in sotterranea, riaffiora tra i tormenti e le gioie, e diventa stabile presenza, certa come un amore condiviso.

Anche noi come i pastori e i magi portiamo impresso quel Volto e d’ora innanzi continuiamo a cercarlo nella concretezza del vivere quotidiano. Abbiamo adorato Gesù per poterlo poi riconoscere nei volti amici, nei poveri con i quali abbiamo condiviso la mensa, nelle persone appena incrociate in strada o al lavoro. Abbiamo bisogno di guardare Lui per vivere, abbiamo bisogno di trovarlo presente per venir presi per mano e accompagnati. Cristo continua a donare se stesso: la sua Parola, il suo pianto e la sua gioia, la sua carne e il suo sangue, il suo Amore totale. Andiamo a messa come i pastori e i magi alla grotta. Torniamo a casa e andiamo al lavoro con l’esperienza di aver incontrato ciò che rende lieto il cuore. Nelle grandi assemblee con il papa, nelle sue parole che ci inducono a condividere i drammi del mondo e ci riaprono il cuore alla simpatia e alla condivisione; nel piccolo contesto di qualche giorno di vacanza, frammisto alla febbriciattola di stagione; nella carezza dell’amicizia e della vicinanza dei familiari; nel lungo periodo natalizio attraversato da speranze e tragedie, una Presenza si pone nuovamente, ineliminabile come un fatto accaduto. Il dono del Bambino Gesù ci raggiunge e si offre nuovamente al mondo.  Ci dona la certezza che a vivere, a sperare, ad amare non siamo soli. Un Bambino, il Bambino Gesù ci è stato donato. Diventa grande nella nostra vita, rimane con noi fino alla sua Croce e alla sua Risurrezione

don Angelo

Da Nuova Scintilla n.2 – 15 gennaio 2017