L’attrezzatura del cristiano

francesco zenna
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SGUARDO PASTORALE

L’attrezzatura del cristiano

Abbiamo mosso i primi passi nel nuovo anno ed è giusto domandarsi se abbiamo pensato all’attrezzatura necessaria per affrontare le sfide e le insidie del cammino. Innanzitutto è necessario conoscere la meta, sapere con precisone dove vogliamo andare; serve una bussola con l’ago magnetico decisamente orientato sulla felicità e la piena realizzazione di sé, intese come dono e servizio ai fratelli, a cominciare da quelli che la provvidenza ci ha posti vicino. Non dimentichiamo di consultare spesso questa bussola attraverso l’ascolto della Parola di Dio, la frequentazione delle proposte catechistiche e liturgiche della nostra parrocchia. Non si tratta di soddisfare un precetto o le esigenze del parroco in vista dei sacramenti dei figli, neppure in prima istanza per preparare la celebrazione del matrimonio o di altri sacramenti, ma dell’opportunità di attingere costantemente alla sorgente da cui vogliamo farci dissetare, consapevoli che la sua acqua è piacevole e sostanziosa. È poi necessario sapersi districare nella complessità delle proposte, fare discernimento tra ciò che edifica e ciò che dissipa, operare con consapevolezza le proprie scelte senza lasciarsi condizionare dai numerosi venditori di illusioni; servono delle mappe aggiornate sul proprio territorio e sul mondo. Sono i mezzi di comunicazione e di formazione culturale di ispirazione cristiana, ben individuabili, nella congerie di sollecitazioni che ci raggiungono quotidianamente, per l’obiettività della lettura, la profondità delle analisi e la concretezza delle indicazioni.

Il quotidiano Avvenire, il settimanale Nuova Scintilla, qualche mensile della San Paolo o del Messaggero non sono stampa per vecchi o fanatici, ma risorsa per una vera libertà di pensiero e di impegno umanitario. Anche queste mappe vanno tenute presenti, sottoscrivendo un abbonamento (ora ci sono anche on-line, soprattutto per i giovani), o acquistando una pubblicazione suggerita nelle pagine degli stessi giornali citati. E quando il percorso si fa impervio e scivoloso servono gli scarponi della pazienza, le ciaspole del coraggio, lo skilift della grazia che viene dai sacramenti. In continuità con l’anno giubilare della misericordia, ad esempio, proponiamoci di celebrare periodicamente anche il sacramento della riconciliazione, unito magari a un dialogo spirituale, proprio per sperimentare la presenza costante del Signore Gesù, accolto nel Natale e presto dimenticato. Infine è necessario porre dei gesti concreti che testimonino coerenza tra quanto si professa e quanto si vive, i cosiddetti frutti della conversione, l’elemento più credibile e richiesto dalla pubblica opinione per definire un cristiano; serve lo zaino della generosità e della condivisione, portato sulle spalle non per accumulare per sé ma per offrire se stessi. Non è concepibile un’impostazione di vita cristiana senza aver programmato una decima per la carità, vuoi in beni materiali vuoi in disponibilità personale. A volte può dar fastidio sentirsi richiamare continuamente le urgenze dei fratelli più sfortunati, ma è evangelico, e addirittura statutario per una comunità cristiana. Manca ancora un attrezzo, la corda dell’amicizia che tiene uniti, dona il senso di appartenenza, responsabilizza gli uni nei confronti degli altri, e si srotola all’indefinito perché non chiuda in scandalosi settarismi ma agganci chiunque desidera aggrapparvisi e fare squadra con gli altri.

don Francesco Zenna 

Da Nuova Scintilla n.1 – 08 gennaio 2017