Beato dell’Evangelii Gaudium

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DON SANDRO DORDI – Martire della fede, testimone esemplare. Ad un anno dalla proclamazione

Beato dell’Evangelii Gaudium

Proprio un anno fa, il 5 dicembre, a Chimbote (Perù), insieme a due giovani francescani polacchi, nella terra che 25 anni fa raccolse il sangue del loro martirio, il “nostro” don Alessandro Dordi veniva proclamato Beato. Quasi fosse una lente d’ingrandimento, l’Evangelii Gaudium (EG) arriva a mettere in risalto la luminosità del suo essere stato ucciso “in odio alla fede”, quella fede che lo fece andare fino in fondo con i poveri in nome del vangelo. Nel 1954 don Sandro diventa prete. Il concilio vaticano II si chiuderà nel ’64, al tempo del suo lasciare il nostro Delta dopo 10 anni di fecondo ministero. A 34 anni è prete operaio in Svizzera e poi missionario in Perù dal 1980. Con copertoni di auto erano fatte le suole dei suoi sandali. Il popolo di Santa, la sua parrocchia, fu la sposa con cui volle essere unito “nella buona e nella cattiva sorte”, tanto che le ripetute minacce di morte dei terroristi filo-maoisti ebbero l’effetto di confermare il pastore a restare col suo amato gregge. Senza dubbio un popolo di poveri. Al n.197 dell’EG leggiamo: “Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso «si fece povero» (2 Cor 8,9). Tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri. Questa salvezza è giunta a noi attraverso il “sì” di una umile ragazza di un piccolo paese sperduto nella periferia di un grande impero. Il Salvatore è nato in un presepe, tra gli animali, come accadeva per i figli dei più poveri; è stato presentato al Tempio con due piccioni, l’offerta di coloro che non potevano permettersi di pagare un agnello (cfr Lc 2,24; Lv 5,7); è cresciuto in una casa di semplici lavoratori e ha lavorato con le sue mani per guadagnarsi il pane. Quando iniziò ad annunciare il Regno, lo seguivano folle di diseredati, e così manifestò quello che Egli stesso aveva detto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perché mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio» (Lc 4,18). A quelli che erano gravati dal dolore, oppressi dalla povertà, assicurò che Dio li portava al centro del suo cuore: «Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio» (Lc 6,20); e con essi si identificò: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare», insegnando che la misericordia verso di loro è la chiave del cielo (cfr Mt 25,35s)”.

Al n. 201 papa Francesco prosegue dicendo: “Nessuno dovrebbe dire che si mantiene lontano dai poveri perché le sue scelte di vita comportano di prestare più attenzione ad altre incombenze. Questa è una scusa frequente negli ambienti accademici, imprenditoriali o professionali, e persino ecclesiali. Sebbene si possa dire in generale che la vocazione e la missione propria dei fedeli laici è la trasformazione delle varie realtà terrene affinché ogni attività umana sia trasformata dal Vangelo, nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale: «La conversione spirituale, l’intensità dell’amore a Dio e al prossimo, lo zelo per la giustizia e la pace, il significato evangelico dei poveri e della povertà sono richiesti a tutti». Temo che anche queste parole siano solamente oggetto di qualche commento senza una vera incidenza pratica. Nonostante ciò, confido nell’apertura e nelle buone disposizioni dei cristiani, e vi chiedo di cercare comunitariamente nuove strade per accogliere questa rinnovata proposta”.

A cuore aperto papa Francesco dichiara di credere nell’autenticità del nostro essere discepoli. Si sono appena spenti i riflettori dell’anno santo. Restare con mani, cuore e testa spalancati sulle tante miserie umane è strada maestra per mostrare la differenza della novità cristiana. Non possiamo lasciar sbiadire questa preziosa eredità giubilare. Siamo ormai lanciati nell’Avvento che non centra proprio nulla con l’attesa di una sala d’aspetto. Sotto la luminosa testimonianza del beato Don Sandro possiamo fare un passo in più nell’attesa di Colui che sempre viene, specialmente nei poveri.

gp

Da Nuova Scintilla n.45 – 04 dicembre 2016