Fare memoria della storia

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Festa di Sant’Andrea Apostolo il 30 novembre. Chiesa e Torre a Chioggia

Fare memoria della storia

Mercoledì 30 novembre ricorre la festa di sant’Andrea apostolo, titolare dell’omonima chiesa parrocchiale in Chioggia. Andrea, figlio di Giona di Betsaida e fratello di San Pietro, fu il primo discepolo che seguì il Messia. Secondo la tradizione evangelizzò la Grecia e l’Asia minore, dove fu martirizzato a Patrasso. È patrono, tra l’altro, della Russia e della Scozia, mentre in Italia numerose sono le località che onorano tale apostolo per patrono; tra queste ricordiamo Amalfi e Mantova.

Nei secoli scorsi era viva la credenza che la prima persona che entrava nella chiesa di sant’Andrea di Chioggia – nel giorno della festa – riceveva in dono una “carega de orae e un capoto de Salonicio” (una cesta di orate e un cappotto, come quelli in uso a Salonicco). Sino alla caduta della Veneta repubblica, figurava, sempre in questo tempio la sede della confraternita dei pescatori, intitolata all’apostolo, con finalità religiose e di mutua assistenza, evidenziate nella “mariègola”, o libro-regola, senza dimenticare quella dei bombardieri.

Annotiamo che lo storico prof. Luciano Bellemo – nel corso di accurate ricerche archivistiche – ha rinvenuto il primo documento scritto sulla chiesa di Sant’Andrea, datato al Gennaio 1209, quando Cristina, moglie di Domenico Buffo, lascia a questo insigne edificio religioso, venti soldi.

Nel Medioevo, dinanzi a questa chiesa, “ante ecclesiam Sancti Andreae”, si celebravano processi ed era uno dei luoghi davanti al quale il banditore gridava le varie disposizioni emanate dai magistrati della civica comunità.

Un’ipotesi credibile – in riferimento ad altre chiese e torri lungo la dorsale adriatico-bizantina – indica che molte torri a difesa, ad esempio, Santa Maria al Porto di Ravenna, la Tomba di Adria, servivano anche come fari, conservando vicino un magazzino per la pece e il legname da ardere. La torre di sant’Andrea, con funzioni di faro in epoca romana e/o bizantina, fu quasi sicuramente distrutta dall’invasione di Pipino, re d’Italia, figlio di Carlo Magno, all’inizio dell’800 e dagli Ungheri agli inizi del 900. Secondo le analisi delle “altinelle” – tipi di mattoni, originari e in uso nell’antico territorio di Altino – effettuate dall’architetto Aristide Naccari sulla torre, si può indicare, con una certa sicurezza, il 950 come anno della ricostruzione in pietra. Il magazzino per i materiali del faro fu agli inizi del 1000 trasformato in una piccola chiesa, dove, secondo la tradizione, furono traslate, provenienti da Malamocco, nel 1.110, le reliquie dei Santi Felice e Fortunato Martiri, che diverranno presto i Patroni della città e diocesi.

Il tempio subì vari ingrandimenti, con la formazione di tre navate prima e l’aggiunta del transetto dopo il 1600. Dopo la ricostruzione iniziata a metà del 1700 fu aggiunta la prima abside allungando di circa 8 metri la chiesa verso il canal Vena. A metà del 1800 furono aggiunte la saletta a nord per deporre le salme dei morti annegati n mare, la cappellina del battistero e il retrocoro verso est per congiungere le due sagrestie. Con le leggi napoleoniche la chiesa di Sant’Andrea, intorno al 1809, divenne – assieme a San Giacomo e a San Martino in Sottomarina – parrocchia, mentre sino a quella data figurava solo per parrocchia dell’intero territorio la cattedrale di Santa Maria Assunta.

Da qualche anno forma un’Unità Pastorale con S. Domenico, S. Giacomo e il Patrocinio di Maria Ss.ma e di S. Filippo Neri (Filippini).

Un’ampia ricostruzione della storia e dell’arte della chiesa e della torre e della vita della comunità nel corso dei secoli è stata pubblicata recentemente dalle edizioni “Nuova Scintilla” con il titolo “Sant’Andrea in Chioggia”. Ricordiamo, infine, che l’insegna araldica (vedi foto) della vetusta e insigne chiesa è stata realizzata graficamente dall’araldista Enzo Parrino di Monte Rotondo (Roma).

Giorgio Aldrighetti

Da Nuova Scintilla n.44 – 27 novembre 2016