Il seme che va conservato

alunni
Facebooktwitterpinterestmail

OSSERVATORIO DEL GIUBILEO – IL giubileo del mondo della scuola

Misericordia nella scuola. Grande partecipazione, col pensiero a chi non c’è…

Il seme che va conservato

Eccoci, siamo in campo del Duomo, tanti, desiderosi di cominciare questo gesto che abbiamo atteso, preparato, offerto. E ci meravigliamo, in questo sabato 22 ottobre, che nonostante tutta la nostra incertezza e il nostro limite, tanti abbiano preso sul serio questo annuncio di misericordia per tutti coloro che vivono la scuola nella nostra città e diocesi…

Abbiamo parlato per tutto ottobre di questa misericordia debordante, ‘ingiusta’ di Dio per noi passando attraverso il grido dell’Innominato: “Dio, Dio, Dio, se lo vedessi se lo sentissi, dov’è questo Dio?”. Lo abbiamo preparato presentando la ‘matita di Dio’, Santa madre Teresa di Calcutta che è oggi il volto umano materno della misericordia di Dio per il nostro tempo. Abbiamo ricordato il martirio di Josè Sanchez del Rio, 14 anni appena, fatto santo proprio l’altra domenica e che ci ricorda che la testimonianza non ha limiti, neppure quelli della propria vita. Il vescovo ci introduce alla porta santa parlando principalmente ai bambini. Sono anche loro i protagonisti di questo anno della misericordia, sono loro che stanno pagando il prezzo più elevato perché gli uomini hanno scordato la misericordia di Dio in troppe parti del mondo… “Ecco bambini pensate di arrivare a casa, di bussare a una porta e di trovarla chiusa, nessuno che da dentro vi risponda, nessuno che vi apra. Invece quella porta è aperta, spalancata, perché ciascuno di noi possa entrare così come è…”. Credo che parlare ai bambini oggi sia il modo più efficace di parlare anche agli adulti.

E mi ci vedo, in quella disperazione di uno che non trova porta d’accesso, di uno che bussa vanamente. E ringrazio Dio perché in tutta la mia vita ho trovato uno spiraglio, sempre. Lo sapessero tanti alunni che non sono venuti oggi… Non possiamo non soffrire perché una generazione, quasi per intero, manca clamorosamente all’appello.

Non sappiamo che cosa la Misericordia di Dio si inventerà per farsi loro incontro, per il momento è così: una palese latitanza mentre sono presenti molti loro insegnanti, genitori, sacerdoti, perfino i loro fratelli più piccoli…

Il vescovo ci ricorda quell’educazione informale che avviene attraverso tutto ciò che sei e che fai, ed è comunicazione del senso in qualsiasi situazione tu venga a trovarti. Mi colpisce la citazione di quel V. Frankl, psicologo nei lager, conosciuto più di quarant’anni fa sui banchi dell’università, e seguito con passione per quella sua ‘logoterapia’ che mi apparve come una rivelazione in un panorama psicologico segnato da tanti riduzionismi…

È inevitabile pensare ai tempi tristissimi che stiamo vivendo nella nostra nazione e nel mondo, e mi affiora uno dei più bei brani di Guareschi. Don Camillo parla di autodistruzione dell’uomo perché sembra che la sua malvagità sia più forte della bontà di Dio e chiede al Crocifisso che cosa si possa mai fare. Cristo risponde sorridendo così: “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta.”

La Misericordia in questo momento per me, vecchio insegnante di Religione, è conservare il seme della fede per i bambini, per qualche alunno ancora, per alcuni genitori. La libertà di educazione è ciò che serve perché la Misericordia possa trovare ancora terreno fertile dopo il vento di pazzia dei nostri tempi…

Mi stanno schierati davanti i bambini di una scuola libera della nostra città ben accompagnati dalle loro maestre. Sono distratti, come tutti i bambini di quell’età, ma sono la terra che sta attendendo il seme che noi oggi custodiamo per noi e per loro.

Piergiorgio Bighin

Da Nuova Scintilla n.40 – 30 ottobre