Uomini, animali e cose

Facebooktwitterpinterestmail

I GIORNI

Uomini, animali e cose

All’ingresso del giardino tra le case del paesetto in riva al mare, spunta la scritta “Chi strappa un fiore, ruba una stella al cielo”. Più in là un giovanotto tiene al guinzaglio un esile cagnolino rivestito del golfetto: “È cambiata la stagione”, esclama. Quanta cura! L’amore agli animali e il rispetto della natura sono diventati mentalità e scelta di vita, professati con devozione e spirito religioso. Tutto secondo natura, cibo e abitudini, boschi e fiumi, case e paesi, ben regolati e difesi da alluvioni e terremoti. L’invito di Papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì” e altrove trova rispondenza. Non altrettanto i suoi richiami a una ‘ecologia umana’. Ci domandiamo perché a tanta cura per le piante (non potremmo spiantare senza speciale autorizzazione l’albero malato nel cortile dell’oratorio) e per gli animali (ad allontanare col cenno di un calcio un animale importuno si rischia la denuncia), non corrisponda altrettanto rispetto per l’ecologia umana.

A proposito di esseri umani, almeno lungo tre percorsi troviamo che vengono disattese le quelle che pur valgono per piante e animali. Il primo percorso svela l’incapacità dei potentati politici ed economici. Guerre crudeli dilaniano il cuore delle città. Aleppo è la capofila dei luoghi umani dilaniati da bombe, in una stranissima ‘guerra mondiale a pezzi’. Il secondo percorso è legato al primo. I profughi attraversano drammaticamente il mare e poi vagano per l’Europa, respinti alle frontiere mutate in barriere, o stazionati in campi di inedia e di non vita. Quante vite dovranno perdersi ancora prima di determinare ospitalità e soluzioni dignitose? Il terzo percorso denota in modo ancora più evidente il rovesciamento dei principi e delle iniziative ecologiche. Non si può abbattere un albero, ma si può ‘igienicamente’ uccidere un uomo e un bambino; non si può strappare una radice di stella alpina e nemmeno la stella alpina, ma si può svellere dal seno materno la radice del bambino concepito e il feto che succhia il ditino. Si può sovvertire il grembo di una donna con invasioni e stimolazioni aggressive, si può privare un figlio della madre e la madre del figlio, spiantare la figura del padre e della madre, inventare sessi artificiali, applicare al cervello sensori che alterano intelligenza e sensibilità, progettare un superuomo bionico, mescolare uomini e animali. Scienza ed economia irrompono come torrenti in piena nel territorio della vita umana. Alla fine della strada svanisce la figura umana e sulla prateria s’alzano alberi spettriti e animali vaganti. A che serve il mondo, se si deforma o sparisce l’uomo che ne gode? L’insuperabile intelligenza di Dio tutto crea – il sole e le altre stelle – per gli uomini e la loro felicità.

don Angelo