Carità e misericordia

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PER GLI “OPERATORI DELLA CARITA’”

Carità e misericordia

Come certamente sappiamo, domenica 9 ottobre il vescovo Adriano, in occasione dell’apertura dell’Anno pastorale 2016-2017, celebrerà in Cattedrale il Giubileo degli operatori pastorali. Tra questi vi sono anche gli “operatori della carità”. Anche nella nostra Chiesa particolare molteplici sono le espressioni della carità, diversificate e variamente colorate sono le esperienze accanto alle persone in difficoltà. Porre la nostra prossimità al fratello sotto il tetto del Giubileo della Misericordia è importante per diversi motivi. Innanzitutto perché aiuta a comprendere che la carità compete alla Chiesa di Cristo tutta intera e non a “corpi speciali” super specialistici ai quali delegare l’operatività, magari dietro corresponsione di un obolo che ha anche la funzione di acquietare le coscienze.

Un secondo motivo è dato dal rischio di considerare il povero solo come un destinatario del nostro agire, senza riconoscerlo come soggetto portatore di risorse. Provocatoriamente possiamo dire che questo approccio assistenzialistico ha bisogno che il povero rimanga povero, per poterlo aiutare ancora. Possiamo dire così facendo di aver usato misericordia? Il nostro partecipare alla S. Messa Giubilare ci ricorda una volta per tutte che la solidarietà fraterna è azione ecclesiale. In parole povere, non è possibile pensare la nostra fede non operante attraverso la carità, oppure una liturgia che non veda la carità fraterna come momento costitutivo e non “esterno” ad essa. Così, come l’occhio non può contenere il cielo, la carità è enormemente più grande delle varie prassi di carità, è un orizzonte del quale non possiamo misurare il confine, è “il centro della fede cristiana… una formula sintetica dell’esistenza cristiana” (Deus Caritas Est, n.1). Questo elemento è fondamentale per non cadere nel pericolo dei “molti servizi senza aver servito”.  Per confrontarsi su questo e sul variegato panorama delle prassi caritative, gli “operatori della carità” sono invitati alle 15.20 presso i Cavanis, per ascoltare alcune testimonianze proposte da persone che operano in vari ambiti: dal disagio alimentare a quello minorile, dal problema dell’accoglienza del forestiero a quello della mancanza di casa e di riferimenti amicali, lavorativi, familiari…  Un’oretta assieme prima di entrare in Cattedrale, per poi mettere nelle mani di Dio misericordioso il nostro agire, perché somigli sempre più a quello di Maria, la sorella di Marta che sta ai piedi del maestro.

A. Gibbin