Fra storia e coincidenze…

san-michele
Facebooktwitterpinterestmail

RICORRENZE

L’antico monastero di Brondolo. La sorprendente “linea micaelitica” in Europa

Fra storia e coincidenze…

Giovedì 29 settembre la Chiesa ricorda i santi Michele, Gabriele e Raffaele arcangeli. Nella località di Brondolo, già nel 724 esisteva il monastero di San Michele Arcangelo e della SS.ma Trinità, retto dai Benedettini, e quindi uno tra i più antichi insediamenti monastici in Occidente che venerava il celeste Arcangelo, ricordando, nel contempo, che alcuni storici ipotizzano che San Michele sia stato anche il primo patrono dell’intero territorio di Chioggia. Annotiamo, con l’occasione, che in Europa, durante l’alto Medioevo, furono edificati, in onore di san Michele, numerosi gioielli di devozione, di storia, di arte e di architettura, contro le insidie che si incontravano lungo la via. “Skellig Michael” (Repubblica Irlandese), “St Michael’s Mount” (Cornovaglia – Inghilterra sud-occidentale), “Mont Saint Michel” (Normandia – Francia), la Sacra di San Michele (Val di Susa – Piemonte), San Michele (Monte Sant’Angelo – Puglia), Monastero di San Michele (Isola di Simi – Grecia, Dodecaneso meridionale). A vederli su di una cartina geografica, questi santuari risultano posizionati su un’unica linea retta, la cosiddetta “Ley-line di San Michele”. Sicuramente ancora più sorprendente è il fatto che i tre luoghi più importanti, ovvero Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele in val di Susa e il santuario di Monte Sant’Angelo nel Gargano si trovano alla medesima distanza. Un’altra caratteristica di questa linea è il suo perfetto allineamento con il tramonto del Sole nel giorno del Solstizio d’Estate, giorno che è sempre stato ritenuto importante per riti e connessioni ancestrali con la Natura. “Skellig Michael” (dal gaelico irlandese: “Sceilig Mhichíl”, che significa “roccia di Michele”), è l’isolotto più grande delle due isole “Skellig” e deve il suo nome all’Arcangelo Michele. I primi abitanti dell’isola, in cerca di serenità, spiritualità e silenzio, realizzarono il grandioso monastero, che svetta sulla sommità del luogo. Proseguendo a sud, per questa straordinaria linea direttrice, troviamo un Monte San Michele, nelle vicinanze di Stonehenge, nel Sud dell’Inghilterra e precisamente in Cornovaglia: “St. Michael’s Mount”.

Continuando nel nostro percorso arriviamo all’isola incantata di “Mont Saint Michel”, nel nordest della Francia. La costruzione dell’abbazia in onore dell’Arcangelo, il cui nome originario era “Mons Sancti Michaeli in periculo mari”, letteralmente, “Monte San Michele al pericolo del mare”, inizierà nel 966, per opera dei benedettini, su richiesta del Duca di Normandia. Arriviamo così in Piemonte, dove troviamo la “Sacra di San Michele”, lo splendido edificio sacro medioevale all’imboccatura della Val di Susa. L’Abbazia è un imponente complesso architettonico religioso di epoca romanica, sorto come abbazia benedettina, meta di grandi pellegrinaggi medioevali ed in particolare tappa della Via Francigena. Si erge sulla cima del monte Pirchiriano. Dal 1994 è monumento simbolo della Regione Piemonte.

Continuando nel nostro percorso lineare, arriviamo al Santuario di San Michele di Monte Sant’Angelo, sorto nel V secolo sul promontorio del Gargano, che rappresentò il modello ideale per tutti i santuari micaelici successivi, senza notare che lo studioso protestante tedesco Ferdinand Gregorovius (1821-1891) definì tale santuario “la metropoli del culto dell’Arcangelo in Occidente”.

L’incredibile linea che ha unito tutti i santuari sino al suo punto più importante, il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo sul Gargano, non si conclude qui, ricordando che figura anche il Monastero sull’Isola di Simi, nel Dodecaneso meridionale, in un’insenatura stupenda del mare ed è, anche questo, dedicato a San Michele. Fu fondato nel secolo XII, meta di pellegrinaggi di tutte le popolazioni dell’Egeo. Terminiamo, ipotizzando che la “Ley-line di San Michele”, ovvero l’allineamento micaelitico pressoché perfetto, può portare a una casualità – a dire il vero – fortemente “sospetta”… .

Giorgio Aldrighetti

Nella foto: San Michele arcangelo, dipinto di Guido Reni.

da Nuova Scintilla n. 35 – 25 settembre 2016