La forza della solidarietà

Zenna don Francesco
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SGUARDO PASTORALE

La forza della solidarietà

Abbiamo assistito ad una commovente gara di solidarietà. Mentre saliva il nodo alla gola e gli occhi si gonfiavano di lacrime, lì davanti allo schermo che faceva giungere nelle nostre case il dramma dei fratelli terremotati, il cuore si nutriva d’orgoglio per questa umanità ancora capace di spendersi per gli altri, i più sfortunati in particolare. Scene già viste in precedenti catastrofi: protezione civile, vigili del fuoco, associazioni di volontariato, singoli cittadini, perfino gruppi di immigrati, tutti disponibili a lavorare in maniera indefessa, a lasciarsi coordinare, a concentrarsi su un obiettivo condiviso, che sta sopra ogni altro, quello di salvare vite umane e di rendere meno tragica la sopravvivenza dei superstiti. La nostra diocesi ha già risposto all’invito dei vescovi di indire una colletta in tutte le comunità cristiane, così come avverrà proprio oggi in tante altre chiese a conclusione del Congresso eucaristico nazionale. Ci si augura che le istituzioni, sbloccati gli intoppi burocratici, arrivino a dare risposte altrettanto pronte e continuative alle esigenze di quei cittadini, dalle scuole per i più piccoli alle case per i nuclei familiari, dai presidi sanitari per i malati ai luoghi di lavoro per chi deve mantenere la propria famiglia. Solo questo può sostenere la speranza dentro un disagio che persiste, se non più per le temute scosse di assestamento, per il freddo, la pioggia, il lutto da elaborare nei confronti delle persone care e delle proprie cose.

Mi domandavo se dentro a tutto questo è ravvisabile un messaggio che possa diventare educazione nel contesto della ripresa in tanti settori della vita sociale e nell’ambito pastorale in particolare. Mi sono dato una risposta positiva: la solidarietà resta ancora una forza vincente nell’affrontare le difficoltà personali e comunitarie, l’abnegazione ne costituisce il fondamento, la disponibilità a entrare con umiltà e senza protagonismi in un chiaro progetto condiviso ne garantisce la riuscita, la fedeltà e la continuità alimentano la speranza di un futuro migliore. Non sono questi i valori evangelici da incarnare nelle nostre comunità? Non sono questi i richiami risuonati nelle assemblee liturgiche presiedute dai vescovi e dai presbiteri in queste settimane di lutto e di affidamento?

Non c’è pastorale senza comunione tra i fedeli e tra i pastori, non c’è lavoro efficace senza lo spirito di sacrificio, non c’è organicità senza chiarezza sull’obiettivo da raggiungere e sui mezzi necessari per perseguirlo, non c’è futuro senza fedeltà e fiducia, non c’è storia di salvezza se non si mette al primo posto la ricerca appassionata e gioiosa di Colui che è morto e risorto per noi.

Il vescovo sta per annunciare la visita pastorale. Sarà il cammino del prossimo triennio. Nessun formalismo, per non arrivare a rinchiudersi inutilmente in schemi preconfezionati, ma l’invito ad assumere responsabilmente un progetto di Chiesa capace di entusiasmare ancora i giovani alla bellezza della fede, di convincere le coppie e le famiglie che il bene proprio e il futuro dell’umanità sono iscritti nell’assunzione seria degli impegni della vita cristiana, di segnare il territorio e le sue sfide con testimonianze credibili di Vangelo.

don Francesco Zenna

Da Nuova Scintilla n.34 – 18 settembre 2016