MADRE TERESA

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MADRE TERESA

Alla canonizzazione della Santa di Calcutta a Roma

…Noi c’eravamo!

L’annuncio era atteso da molto tempo, anche perché per noi e, credo, per molti altri, la Madre era già santa: ci si attendeva, dunque, la dichiarazione ufficiale da parte del papa di un qualcosa che nell’intimo era già percepito come vero.

Finalmente il 4 settembre in piazza S. Pietro, alla presenza – dicono – di almeno centomila persone, Madre Teresa è entrata solennemente a far parte del canone dei santi della Chiesa Cattolica.

Ci siamo messi in fila con migliaia di persone alle sei del mattino e, dopo più di due ore, finalmente siamo entrati in piazza S. Pietro. Il sole ha voluto sin troppo far sentire la sua presenza: è stata dura, la fatica e il sacrificio hanno dato un significato più profondo alla nostra esperienza. Il tono alto e solenne della formula di canonizzazione in latino pronunciata da papa Francesco è stato forse il momento della lunga celebrazione che più ha mosso il cuore. D’altra parte non potevamo mancare come famiglie adottive: se noi abbiamo adottato alcuni dei suoi bambini, che cercavano un padre e una madre, è vero anche che Madre Teresa ha in un certo senso adottato noi. Ci ha afferrati, quasi “rapiti”, ci sentiamo parte della sua grande famiglia, che ha saputo radunare attorno a sé fin da quando in quel 10 settembre 1946 in una locuzione interiore sentì la voce di Gesù che supplicava: “Ho sete”. Era la chiamata nella chiamata: “Vieni, vieni, portaMi nei “buchi” dei poveri. Vieni, sii la Mia luce”. E poi ancora: “Voglio Missionarie indiane Suore della Carità, che siano il mio fuoco d’amore fra i più poveri, gli ammalati, i moribondi, i bambini di strada (…). Rifiuterai?”. Madre Teresa non ha rifiutato e oggi, dopo la pubblicazione dei suoi scritti più intimi, sappiamo che per lei non è stato facile, nel suo intimo ha lottato, sofferto, faticato, a volte le sembrava che Gesù le chiedesse troppo, anche se esteriormente si rivestiva, come lei stessa diceva, del mantello del sorriso. Madre Teresa, dunque, è la santa dei più poveri tra i poveri, “vultus misericordiae”, ma è stata soprattutto un’innamorata di Cristo come solo i mistici sanno essere. E noi siamo stati innestati in qualche modo nella sua storia: è “l’angelo custode” dei nostri figli, alcuni dei quali ormai adulti. Madre Teresa scrisse anche: “Se mai diventerò una santa, sarò di sicuro una santa dell’oscurità. Sarò continuamente assente dal Paradiso per accendere la luce a coloro che, sulla terra, vivono nell’oscurità”. Siamo andati a Roma anche per questo: a chiedere a Santa Madre Teresa di Calcutta di accendere la luce della fede, della speranza e dell’amore vero in noi e nei nostri figli, soprattutto nei momenti di oscurità. E sappiamo che non rifiuterà, dal momento che la sua vita è stata un sì fermo e irrevocabile, come quello di Gesù in croce, in risposta a Dio e a chiunque fosse nel bisogno. E facciamo nostro il suo invito: “Non lasciate che niente e nessuno vi separi dall’amore di Gesù e di Maria”.

 f.m.

 

Da Nuova Scintilla n.33 – 11 settembre 2016