Beata colei che ha creduto

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PAROLA DI DIO – ASSUNZIONE DI MARIA – ANNO C

LETTURE: Ap,19a; 12,1-6a.10ab; Dal Salmo 44; 1 Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

Beata colei che ha creduto

Ap,19a; 12,1-6a.10ab. “Ora si è compiuta la salvezza…”.

L’arca dell’Alleanza era memoria della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Il Cristo è la nuova presenza di Dio tra gli uomini e in riferimento a Lui Maria è stata proclamata ‘arca dell’alleanza’ che lo ha portato nel suo grembo. Dopo la visione dell’Arca la descrizione continua con due segni che richiamano la grande lotta tra la donna e la sua discendenza contro il serpente (Gen 3,15). Il primo segno, ‘grandioso’, parla di una donna in situazione gloriosa “vestita di sole”, e ormai al di sopra delle vicende della storia (è questo il senso dell’espressione “con la luna sotto i suoi piedi” dato che la luna che segnava lo scorrere del tempo sta ora sotto i suoi piedi). Essa è coronata da dodici stelle, simbolo del popolo dell’antica e della nuova alleanza. Essa è nell’atto di dare alla luce un figlio, di cui poco più oltre si dicono le caratteristiche messianiche: “destinato a governare tutte la nazioni”. A questo segno se ne contrappone un altro: “un enorme drago rosso” che semina violenza (rosso), dotato di forza, a cui molti si sottomettono. Esso ingaggia una lotta contro la donna e il figlio da lei nato. La visione si conclude con il figlio rapito verso Dio e verso il trono, mentre la donna trova un rifugio preparato da Dio nel deserto. Una acclamazione finale potente proclama che la lotta è conclusa con la vittoria di Dio e di Cristo. Sono molti i testi biblici a cui questa descrizione rimanda: già l’antico popolo di Dio la interpretò come la ‘figlia di Sion’ da cui sarebbe venuto il Messia che avrebbe vinto l’antico serpente. Alla stessa Chiesa è affidato il compito di portare Cristo al mondo. Maria dunque, che ha partorito al mondo Gesù, il Cristo, il vincitore regale di Satana, riassume in sé la storia e il destino dell’intero popolo di Dio. Il suo travaglio del parto per generare il figlio allude al travaglio della Chiesa e dell’umanità nel generare Cristo tra gli uomini e far nascere così il nuovo popolo dei salvati. Il tempo del deserto rimanda ai racconti dell’esodo, quando il popolo di Dio, appena nato dall’Alleanza del Sinai, nel deserto ha trovato rifugio dal nemico inseguitore. Ma come il deserto non doveva essere la sua condizione definitiva, così non sarà definitiva la condizione della ‘Donna’, la cui condizione di lotta durerà “1.260 giorni, tre anni e mezzo” ovvero un tempo limitato che si concluderà con l’ingresso definitivo nella terra promessa del cielo, dove sta il Figlio e il Trono. Maria nella sua condizione gloriosa di “assunta nella gloria del cielo”, è la donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e nel capo una corona di 12 stelle, che partorisce il Figlio contro il quale il drago ingaggerà una grande lotta e in Lei è simboleggiata la Chiesa del Signore Gesù, popolo che cammina ancora ‘nel deserto’ dove esperimenta nella lotta la protezione e l’amore del suo Dio, e ha in Maria glorificata “un segno di consolazione e di sicura speranza” della vittoria finale grazie a quel Figlio. Dice il prefazio: “Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo. In Lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”.

Dal Salmo 44. “Risplende la Regina, Signore, alla tua destra”.

Il salmo 44 contempla la storia di Dio col suo popolo con linguaggio nuziale e regale. La prima parte (vv.1-10) canta lo sposo (Dio), la sua bellezza, la sua giustizia e la sua forza. La seconda canta la sposa (il popolo di Dio) che il Re ha scelto, amato e introdotto nella sua casa. Il salmo, in prospettiva messianica, preannuncia la nuova alleanza che il futuro Messia instaurerà col popolo di Dio, aperto anche ai pagani. Un nuovo rapporto è prospettato tra Cristo e la Chiesa con l’investitura messianica di Cristo da parte di Dio (Ebr 1,8-9). Nella sposa è anche annunciata la figura della Vergine Maria, Regina e Sposa del Re, che con il suo sì all’annunciazione ha suggellato la sua missione di ‘sposa dell’Altissimo’ nel generare il Cristo all’umanità.

1 Cor 15,20-27a. “Cristo è risuscitato dai morti… poi… quelli che sono di Cristo”.

In risposta a quanti non credono nella promessa della risurrezione, Paolo racconta l’esperienza di Cristo di cui gli apostoli sono testimoni e annunciatori. La risurrezione di Cristo è annuncio e garanzia per tutti. Quanto realizzato in Cristo si realizzerà a suo tempo anche per quelli che “sono di Cristo”. Oggi la Chiesa contempla anche la condizione di Maria, madre e discepola di Cristo, già partecipe della sua gloria celeste, come realizzazione di questa promessa.

Lc 1,39-56. “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

Il racconto lucano della ‘Visitazione’ dà il via alla lode secolare che la comunità credente tributa a Maria. Vediamo i titoli attribuiti a Maria in questa pagina. Il viaggio di Maria da Nazaret, attraverso “la montagna”, verso una città di Giuda, richiama il viaggio dell’arca dell’antico Israele tra le montagne di Giuda narrato in 2Sam 6-7: come l’arca conteneva le tavole della Parola data da Dio al Sinai, la Legge dell’Alleanza, così ora Maria, ‘Arca della Nuova Alleanza’, porta in sé il Verbo di Dio, Gesù Cristo. Da questa lettura favorita dall’interpretazione mariologica di Ap 11,19, nasce il titolo dato a Maria “Arca della Nuova Alleanza”. Giunta poi da Elisabetta Maria è proclamata: “Benedetta tu fra le donne”. Solitamente questo titolo è attribuito a Dio, il Benedetto; ora è attribuito a Maria in forma superlativa rispetto alle altre donne. La motivazione prima di questa sua grandezza è il Figlio di Dio Benedetto che porta in grembo: “benedetto il frutto del tuo grembo”. Segue subito il titolo principale: “Madre del mio Signore”. Una volta riconosciuta la natura divina di Gesù, Maria verrà proclamata ‘Madre di Dio’. Infine “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”: Maria è ‘beata’ perché modello di fede per la nuova comunità cristiana. L’origine del culto mariano è ben antica se già nella giovanissima comunità cristiana, dove Luca può raccogliere queste testimonianze, troviamo l’esclamazione: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.                                                                       

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.32 – 14 agosto 2016