Un evento di grazia!

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GIORNATA mondiale della gioventù. In 150 dalla diocesi di Chioggia a Cracovia con il vescovo Adriano

L’entusiasmante esperienza dell’incontro tra i giovani di tutto il mondo con papa Francesco

Un evento di grazia!

Per la seconda volta ho potuto partecipare ad una Gmg: dopo Madrid, Cracovia. Una Gmg, quest’ultima, del tutto straordinaria perché inserita nel grande Giubileo straordinario voluto da papa Francesco. Ho visto in questi giorni la risposta che i giovani cristiani hanno dato al mondo, un mondo spaventato, un mondo che appare indifeso, un mondo che non sa trovare sicurezze. Ancora una volta il successore di Pietro ci ha confermato nella fede e ci ha detto che solo in Gesù c’è sicurezza, c’è difesa, non c’è paura. Il papa ha difeso a spada tratta i giovani, ci ha detto che siamo pieni di desideri, di progetti, di idee, di voglia di guardare avanti, e nella sua esperienza di vescovo contemplava tutto ciò. In queste frasi durante la cerimonia di accoglienza a Blonia, ci ha dato una grande responsabilità, quella di essere dei traghettatori di questo tempo. Una responsabilità rincarata dal presidente dei vescovi italiani il card. Bagnasco che, alla messa degli italiani, ha usato l’immagine forte dell’incendio come modo per portare il messaggio controcorrente della misericordia nel nostro Paese. Come prete mi sento arricchito nell’aver trovato compagni di viaggio che desiderano tradurre in concreto tutto quell’entusiasmo che abbiamo vissuto: non è solo una forte emozione, un bel ricordo chiuso tra due parentesi, ma è il nuovo inizio di una vita di grazia dietro al Maestro. Molto bella e speciale la collaborazione con la Comunità missionaria di Villaregia che ha dato un tocco non solo di interregionalità al nostro gruppo, ma anche internazionalità.

Ci portiamo a casa anche la storia di questo popolo, il popolo polacco, che vive in maniera piena e gioiosa la fede in Cristo. La presenza dei santi come Sr. Faustina, il papa Giovanni Paolo II, il beato sacerdote martire Jerzy Popieluszko hanno lasciato un segno profondo. Davvero come ha insegnato il papa polacco, la santità è la misura alta della vita ordinaria. In questo passaggio del discorso di papa Francesco durante la Veglia penso sia racchiuso il messaggio centrale di questa XXXI Gmg: “Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre “oltre”. Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare gioia, quella gioia che nasce dall’amore di Dio, la gioia che lascia nel tuo cuore ogni gesto, ogni atteggiamento di misericordia.” Adesso non ci resta che osare, rischiare, metterci in gioco: il coraggio ci è stato riversato con abbondanza!

don Yacopo

Testimonianze

Abbattere i muri, costruire ponti! Questo è il messaggio centrale di papa Francesco alla Chiesa giovane riunita a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù. Nel nostro mondo spesso diviso dagli interessi, dalle guerre e dall’odio, dove a volte ci si sente spiazzati e impotenti, il papa chiede ai giovani di essere protagonisti della storia, di restare uniti nel nome di Gesù Cristo e dell’amore verso il prossimo per sconfiggere il male che trafigge il nostro pianeta e costruire una nuova umanità. Come? Creando ponti umani, relazioni basate sull’accoglienza, sul confronto e sull’amore fraterno. “Il mondo con te può essere diverso!” è un messaggio di speranza e di fiducia ma allo stesso tempo una responsabilità, una sfida, un esortarci a non essere giovani pensionati attratti dalla divano-felicità ma ad essere coraggiosi, vivi, felici veramente. Noi giovani che abbiamo avuto la grande opportunità di vivere questa esperienza lì a Cracovia abbiamo dovuto indossare le scarpe di cui parla il papa: abbiamo lasciato casa, la nostra sicura quotidianità per metterci in gioco in questo pellegrinaggio. La fatica del viaggio, dell’adattarsi, del superare i propri limiti non è mancata, ma le emozioni indescrivibili che abbiamo vissuto ci hanno ripagato 100 volte tanto. Le strade inondate da una marea di giovani gioiosi e colorate dalle bandiere dei paesi di tutto il mondo, l’incontrarsi di centinaia di migliaia di persone per celebrare l’Eucaristia assieme ci hanno portato a vivere un’esperienza di Chiesa mondiale che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di ognuno. Al termine di questo pellegrinaggio e al rientro nelle nostre case l’augurio per tutti noi è quello di far tesoro di queste due settimane intense e di continuare a far risuonare sempre le parole di papa Francesco all’interno delle nostre menti e dei nostri cuori per avere il coraggio di abbattere i muri per imparare ed insegnare al mondo a vivere come fratelli.

Marta Turcato

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“Beato è il cuore che perdona! Misericordia riceverà da Dio in cielo!”: questo è il ritornello che risuonava in tutte le lingue per le strade di Cracovia, invase da una moltitudine di giovani durante la settimana della GMG. In questi giorni, infatti, era praticamente impossibile trovare silenzio: dappertutto si potevano udire i cori allegri dei giovani che, ognuno nella propria lingua, contribuivano a creare un fantastico clima di amicizia. Cracovia, questa settimana, è stata piena di colori, i colori della GMG portati addosso dai pellegrini e che hanno unito tutti, indifferentemente dalla bandiera nella quale si riconoscevano. Non avrei mai pensato, infatti, che in mezzo a una folla di gente sconosciuta, il cui numero non avrei nemmeno sognato di vedere radunato insieme, avessi potuto sentirmi in famiglia. Sì, proprio una famiglia, perché tutti quei giovani, come me, come il mio gruppo, si sono riuniti nella città di San Giovanni Paolo II e di Santa Faustina Kowalska per vivere gioiosamente una stessa esperienza di fede. E qualsiasi sguardo, gesto o parola scambiata, nonostante, spesso, sia avvenuto nel giro di un attimo, mi ha fatto vedere come sia possibile, e persino semplice, mettere in pratica una delle cose su cui insiste di più papa Francesco, il “costruire ponti”. L’incontro è stato il comune denominatore di questi giorni della GMG: l’incontrare lo sguardo dell’altro con la voglia di accogliersi, senza barriere di lingua, cultura o provenienza. Ognuno di noi ha sperimentato la bellezza e la gioia di riuscire a gettare un ponte oltre il suo piccolo mondo e ad aprirsi all’altro, a parlare, cantare, ballare insieme a lui, senza pregiudizi, facendo esperienza dello spirito di fratellanza. Anche piccoli gesti insignificanti mi sono penetrati nel cuore e hanno lasciato un segno indelebile, spingendomi a riflettere sulla grandezza di questa esperienza, che ha riunito nella fede giovani di tutto il mondo, ciascuno con il proprio bagaglio di domande e la propria esigenza di risposte. In molti, in questi giorni intensi, hanno parlato a noi giovani: i vescovi durante le catechesi, il cardinal Bagnasco durante la messa degli italiani e il papa in diversi momenti: l’evento di accoglienza, la Via Crucis, la Veglia e, infine, la messa. Il ritmo veloce con cui si sono susseguiti i nostri vari impegni ha, forse, fatto sì che la riflessione su questi discorsi potesse essere superficiale e approssimativa, ma ora che l’esperienza si è conclusa, mentre ancora alcune di queste parole mi risuonano nella mente, il pensiero va al dopo: cosa resterà di tutto ciò? Mentre il papa, durante la messa al “Campus Misericordiae”, chiedeva a noi giovani di essere costruttori di una nuova umanità, guardandomi intorno e vedendomi circondata da svariate migliaia di persone, ho pensato che se tutti insieme ci fossimo mossi per cambiare le cose a partire dalla gioia del vivere la nostra fede non sarebbe stato così difficile. Infatti, se circa due milioni di giovani si muovono insieme per raggiungere un obiettivo comune è difficile che non vengano ascoltati. A freddo, però, le cose cambiano perché tutti questi buoni propositi sembrano quasi irrealizzabili, una volta tornati alle nostre piccole realtà locali. Il papa, tuttavia, ha chiaramente detto a noi giovani che la GMG è cominciata lì, a Cracovia, insieme a lui e a migliaia di persone, ma “continua domani a casa perché è lì che Gesù vuole incontrarti d’ora in poi”. Quello che porto a casa da questa GMG è proprio questo: l’impegno a non essere una giovane “in pensione”, ma a tentare, pur nelle difficoltà della vita di ogni giorno, di lasciare un’impronta nel mondo, rendendomi testimone gioiosa della fede.

Chiara Zennaro

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La GMG di Cracovia appena vissuta è stata un’esperienza bella ed unica, anche se era la terza a cui partecipavo. Due cose vorrei condividere con tutti, che mi porto con me dall’esperienza della GMG appena vissuta. La prima viene dalle parole di papa Francesco e anche del card. Bagnasco che invitavano i giovani ad essere non giovani pensionati, o giovani che stanno seduti su una poltrona, ma a diventare giovani che incendiano il mondo, che diventano segno di speranza, di gioia, contro tutto quello che sta succedendo nel nostro mondo, ad essere giovani che, come Zaccheo dopo l’incontro con Gesù, cominciano a camminare sulle strade del mondo. La seconda cosa che mi porto a casa da questa GMG è una cosa che mi hanno insegnato i giovani che sono venuti a Cracovia che, anche se provenienti da diverse parti della diocesi, con modi diversi di vivere, di parlare, hanno potuto creare qualcosa di grande e magnifico: mi hanno insegnato, cioè, che si può stare bene insieme, in allegria, sostenendosi anche nei momenti di stanchezza e di difficoltà che ci possono essere. Queste due cose mi sento di condividere con tutti da questa GMG, che è sì la terza, ma che mi sembra sempre la prima, perché ogni volta la si vive in maniera diversa. Buon cammino a tutti all’interno delle nostre comunità, per essere giovani che incendiano il mondo dell’amore di Cristo

don Matteo Scarpa

(da “Nuova Scintilla”, n. 31 del 7 agosto 2016)