Culto antico e radicato

Pellestrina
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PELLESTRINA: festa dell’Apparizione. La devozione veneziana a Maria

Culto antico e radicato

In occasione delle solenni celebrazioni indette per il 300° anniversario dell’Apparizione di Maria Ss.ma nell’isola di Pellestrina (vedi foto), avvenuta il 4 agosto 1716, ricordiamo che le genti venete hanno sempre riservato un culto specialissimo alla Madre di Dio e Madre nostra. La basilica di Torcello, (l’antica Hiraklion) con i suoi antichissimi temi rappresentati nei mosaici, sembra rivelarci proprio il culto a Maria, all’Ausiliatrice, all’Aiuto dei Cristiani. Un popolo, dunque, di antica pratica cristiana e mariana che poté, proprio all’epoca delle invasioni, rivolgersi a Maria, madre del popolo di Dio, a venire in aiuto, invocandoLa con il titolo “Turris coeli”, Torre del cielo. Nella lapide torcellana, trovata sotto la pavimentazione del presbiterio a ridosso dell’abside, sta scritto che la chiesa “in onore alla Madre di Dio, fu edificata nel 639 d.C”.

Ma altre presenze mariane significative appaiono nella storia della Serenissima; basti pensare alla veneratissima immagine della Regina delle vittorie, la Nicopeja, posta in posizione d’onore nella basilica marciana e patrona specialissima dei veneziani, o alla Madonna della Salute, la taumaturga immagine della Madonna di Candia, la Mesopanditissa (mediatrice di pace), portata, quale ultimo trofeo e ricordo, nel 1670 dal capitano generale da mar Francesco Morosini per essere venerata nel tempio del Longhena, dopo la cessazione della pestilenza, od infine a Maria, venerata sotto il titolo di “Praesidium Venetorum”, nel santuario eretto appunto in Pellestrina, per volontà del senato e del doge Giovanni Corner, all’indomani dell’apparizione della Beata Maria Vergine nell’isola, il 4 agosto 1716, al fanciullo Natalino Scarpa dei Mutti, dicendogli di avvisare il parroco di far celebrare delle Messe per le anime del Purgatorio “se volemo avere vittoria”, cosa che avvenne puntualmente, nei giorni seguenti, il 4 agosto con la vittoria degli eserciti cristiani contro i turchi a Petervaradino, in Serbia, e per mare, a Corfù.

Ricordiamo, con l’occasione, che la chiesa veneziana, oltre all’Evangelista Marco che è il patrono principale, detiene anche altri patroni che sono san Lorenzo Giustiniani, protopatriarca, con festa liturgica l’8 di gennaio e san Pietro Orseolo, doge e monaco, con festa il 10 di gennaio (compatroni principali), san Teodoro, soldato di Amasea e martire, con festa l’8 di novembre, e san Pio X, confessore e pontefice, con festa il 21 di agosto (patroni secondari), mentre il clero veneziano onora per proprio patrono san Giovanni Nepomuceno, martire, con festa il 16 di maggio. Da rilevare ancora che il Mistero della Incarnazione, nella festa della Annunciazione di Maria Santissima (chiamata ora anche “Annunciazione del Signore”) il 25 marzo, segna nella tradizione l’inizio della storia veneziana: e il suo ricordo, nella costante venerazione della Nicopeja, testimonia nel Patriarcato la continua protezione della vergine Madre di Dio.

Per la nostra chiesa particolare che è in Chioggia, annotiamo, infine, che i santi Felice e Fortunato Mm. sono i patroni principali della città e diocesi, mentre santa Cecilia v.m. è la compatrona.

Dal canto suo, infine, il capitolo cattedrale di Chioggia porta per patrona Santa Cecilia v.m. e per compatrono san Pio X.       

Giorgio Aldrighetti