Laguna in festa per la visita di Maria

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Laguna in festa per la visita di Maria

“Serenissima” è il suo nome nobile. “Bissona” la chiamano gli esperti. “Disdottona” è chiamata dai ‘disdotto’ (diciotto) uomini che conducono la grande barca vogando col ritmo cadenzato delle due file, nove per nove. La barca abbellita con i fregi della Repubblica Veneta, è stata ripristinata per un’impresa gloriosa, che continua il gesto di gratitudine alla Madonna. Trecento anni fa, Maria toccò il braccio di un ragazzo di nome Natalino dicendogli di dire al parroco di far celebrare delle Messe per le anime del Purgatorio ‘se volemo avere vittoria’. Senza la vittoria della Repubblica veneta nei giorni seguenti il 4 agosto 1716, le nostre donne porterebbero il velo e noi tutti reciteremmo a memoria i versetti del Corano. Invece oggi abbiamo la grazia di portare in trionfo la Madre del Signore Gesù. Venerata nel santuario di marmo bianco che si specchia sulla laguna di Pellestrina, subito innalzato dalla Repubblica Veneta in segno di gratitudine, la bella immagine della ‘Madonna nera’ dipinta da ‘ignota mano’, oggi esce di casa e inizia il suo percorso di benedizione in tutte le chiese dell’isola. Inserita e ben protetta nel suo trono ornamentale, viene innalzata dai portatori e si presenta sul piazzale di fronte al sole che reclina e al battimani festoso della gente in piazza. In laguna centinaia di barche – dalle più piccole ai grandi barconi da pesca – fanno risuonare clacson e trombe.

La memoria rincorre le tre-quattro occasioni del tempo andato. Ecco, è la Regina che scende in piazza, è la Madre che si avvicina e abbraccia. La disdottona innalza i remi, e vescovo e sacerdoti entrano nello stesso barcone, a scorta della sacra Immagine. Il corteo di barche in laguna si distende e si allarga rumoreggiando con i motori in tensione e i timoni all’erta. A metà percorso avviene il cambio dei rematori, per il miracolo delle due ‘Remiere’ dell’isola ben accordate. Così come, d’improvviso, nell’imminenza della festa, vengono meno diffidenze e rancori, e i vicini di casa collaborano per innalzare le cordate delle bandierine e gli addobbi in strada. Si arriva all’estremo nord dell’isola, sulla bocca del porto di Alberoni, dove l’immagine di Maria in trono viene accolta dalle tante persone che nella Casa di Santa Maria del Mare ‘vengono curate o si prendono cura’, come dice il vescovo Adriano. Siamo appena all’inizio della visita di Maria alle persone e alle comunità dell’isola, che la accoglieranno fino al suo rientro in Santuario la sera del 3 agosto, vigilia della ricorrenza dei 300 anni dell’Apparizione. Sull’orizzonte della laguna, gli ultimi bagliori del sole che tramonta arrossano le nuvole. Mi rincorrono i tanti assembramenti di gente negli ultimi giorni. Dove sono i punti di attrazione? Morte e vita, lutto e festa, piazza e chiesa. Oltre al dolore e allo sbigottimento, oltre alla rabbia e alla polemica, un fiore, un lumino, una preghiera. Un corteo di silenzio e di preghiera, come nel lungomare. Un corteo di gente e di barche, come in laguna. Accompagnando e accompagnati dalla Madonna dell’Apparizione e dalla Madonna della Navicella. La speranza di un popolo germoglia dalle ferite e rinasce dalla visita di Colei che viene riconosciuta Madre e Regina.

don Angelo Busetto