Il viaggio della Madonna

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PELLESTRINA 1716 – 2016.  Terzo Centenario dell’ Apparizione della Madonna

Aperte le celebrazioni giubilari

Il viaggio della Madonna

Giornata splendida, sole raggiante, laguna quasi immobile. Piano piano imbarcazioni a remi, a motore, turistiche e da pesca iniziano ad affollare lo spazio acqueo davanti al Santuario di Pellestrina già gremito di gente a piedi, in bici, pronta ad accompagnare l’immagine della Madonna dell’Apparizione. La preghiera del vescovo Adriano all’interno del Tempio Votivo è accompagnata da una folla di fedeli che attendono il prodigio: alla vigilia dei 300 anni dall’apparizione di Maria in Isola, l’immagine della Vergine compirà un viaggio a bordo della più bella e antica barca di Venezia, la Bissona Serenissima, imbarcazione a remi che da settant’anni apre la Regata Storica di Venezia, con i suoi 18 rematori con timoniere e 17 metri di maestosità. Saranno le Remiere di Pellestrina e Portosecco a darsi il turno in questo viaggio che apre i festeggiamenti giubilari. La benedizione del vescovo Adriano, la preghiera del parroco don Damiano, la guardia d’onore dei Cavalieri del Santo Sepolcro guidati dal vice-parroco don Stefanio, la preghiera dei sacerdoti della diocesi, la presenza delle autorità civili di Venezia con la vicesindaco Colle, i consiglieri Giusto e Marta Scarpa, il presidente della municipalità Carella, aprono a una esplosione di gioia che accade quando i raggi del sole fanno brillare la santa immagine che esce dal Tempio. Le barche suonano il corno, le trombe della banda Pellestrina intonano il saluto, i remi della Serenissima si alzano, qualcuno si commuove, a tutti per un istante si ferma il cuore.

La Madonna dell’Apparizione è tornata alla sua terra, la vede, la saluta e la benedice. I portatori della sacra immagine iscritti alla confraternita della Madonna dell’Apparizione con agilità e precisione la caricano sull’ammiraglia che al grido di avvio del Re del Remo, Sergio Tagliapietra “Ciacci”, parte per il suo viaggio. Ogni angolo della laguna, ogni onda, ogni centimetro della banchina era occupato da una barca a festa, da bandierine, da fedeli che da ogni parte dell’isola seguivano l’immagine. Un’oretta di navigazione tra la gioia e la festa di un popolo che loda il Signore per il dono della Regina della Pace. Scende qualche lacrima nella brezza di un venticello che accarezza le guance, scalda i cuori, rasserena l’anima. All’altezza di Santo Stefano il primo gruppo di Pellestrina lascia il posto al secondo di Portosecco e si arriva così a Santa Maria del Mare, dove c’è già una folla gremita ad attendere lo sbarco. Si alzano i remi, qualcuno si inginocchia, e l’immagine riprende il suo cammino con gli operatori della Casa che la portano davanti all’ingresso. Una preghiera e un saluto e tutto si compie nel silenzio della chiesetta dell’Opera dedicata alla Stella Maris, Madonna dell’Approdo. Ci si saluta, e un giorno straordinario è entrato sia nella storia della Laguna di Venezia sia nella storia religiosa di un popolo che vive in una terra straordinaria. Diciottesimo giorno del mese di luglio, anno del Signore duemilasedici.

DV

(Foto di Laura Sambo)

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Stupenda la processione acquea

 

Un migliaio, un po’ meno o molte di più, chi può dirlo… Certo che lunedì 18 luglio scorso tutta Pellestrina era in barca. Calli intere su pescherecci e vongolare, gruppi di amici su caorline, puparini e mascarete, nuclei famigliari con nonni/e, papà e mamme con i figli di tutte le età su sampierote, sandoli e tope e tantissime, tantissime barche moderne a motore, in legno e plastica di ogni colore e foggia. Tutte pavesate a festa. Numerosi i motoscafi della Protezione Civile intenti chi a fare un po’ di ordine, chi, pochi per fortuna, a fare autoritarismo solo per accaparrarsi un posto in prima fila! La Madonna davanti a tutti, sulla prua della Bissona Serenissima, un 18 remi di 17 metri, l’unica imbarcazione storica veneziana chigliata, utilizzata esclusivamente a uso di parata e di cortei acquei. Sulla poppa dove garriva il gonfalone della Serenissima si poteva scorgere il vescovo della diocesi di Chioggia con il parroco di Pellestrina ed altri sacerdoti con le autorità del Comune di Venezia. I pochi rimasti a riva seguivano il corteo acqueo di corsa. Vista la velocità prodotta dai 18 rematori e la grande distanza dal Santuario a Santa Maria del Mare, solo qualche vero atleta molto devoto ha potuto seguire il corteo sino alla fine. Ogni volta che la Madonna passava davanti alle chiese di Sant’Antonio, Portosecco e San Pietro in Volta, veniva accolta dal suono delle campane a festa, cui faceva eco quello delle trombe dei due musici presenti in barca ai lati dell’apparato processionale. Uno spettacolo fatto di preghiera e folclore seguito pure da numerosi “foresti” in transito con la propria barca lungo il canale di Pellestrina o venuti apposta con alcune motonavi noleggiate per l’occasione. Tutti a domandarsi il perché di questa manifestazione religiosa così particolare. Anno 1716. Natalino Scarpa di Zuanne detto il Muto vede la Madonna, una donna anziana, fatto questo, alquanto inusuale nella storia delle apparizioni mariane. Si capirà solo più tardi, al processo canonico, che quella era proprio la Madonna. L’incontro avviene davanti alla chiesetta dei Santi Vito e Modesto. La Donna, vestita con un manto di stelle, fa cenno al giovane di avvicinarsi e lo invita ad andare dal parroco perché celebri alcune messe per i defunti del Purgatorio se si vuole finisca la guerra contro i turchi. Il ragazzo fa quanto richiesto e torna a riferire la risposta alla Signora. “A questa apparizione è legata la fine della secolare minaccia turca in Europa e l’inizio di una lunga stagione di pace per la Repubblica veneziana. Il 5 agosto 1716, infatti, l’esercito dell’Impero ottomano venne sopraffatto nella battaglia di Petervardino sul Danubio in Serbia. Belgrado fu riconquistata e recuperata all’area di influenza occidentale questa parte importante dei Balcani. Tredici giorni più tardi, il 18 agosto, la flotta turca, forte di trentamila uomini, che aveva sferrato l’attacco decisivo alla potenza marittima di Venezia per la conquista dell’Adriatico, venne sconfitta a Corfù grazie ad un improvviso temporale che disperse le navi del Gran Visir ottomano. L’esiguo numero di uomini della Serenissima, sfiancati dal lungo conflitto, poterono, così inaspettatamente, avere la meglio sulle superiori forze turche”.

 

Ruggero D.

(Foto di Laura Sambo)