Responsabilmente nel mondo

Facebooktwitterpinterestmail

Campo scuola adulti

Responsabilmente nel mondo

Quest’anno il Campo scuola Adulti A.C. si è svolto a Caviola di Falcade l’1-2-3 Luglio. Prima della partenza prevedevano brutto tempo, soprattutto nel bellunese… “Speriamo bene!”

È con questo sentimento che abbiamo iniziato il nostro viaggio.

Invece, è andato tutto bene, anche il meteo! Preghiera, ascolto e lavori di gruppo e, inutile dirlo, anche momenti di evasione con passeggiate, shopping e, per finire, con la deludente partita della nostra nazionale italiana, seguita da tutti noi insieme, con urla e battimani a non finire. E poi… Il primo relatore previsto dal programma di formazione è don Gianni Trabacchin, docente di Sacre Scritture presso la facoltà di teologia del Triveneto. Ha parlato del Creato come dono divino che dobbiamo custodire e rispettare, della conversione ecologica da fare, dell’uso del tempo, affidatoci da Dio. Il tempo che deve essere usato in modo responsabile e riconoscente.

Il secondo relatore, il prof. Gianguido Salvi, presidente dell’Azione Cattolica di Trieste e responsabile scientifico del Museo Antartide della stessa città, ci ha coinvolti sull’evoluzione della vita e sul ruolo dell’umanità sul mondo. Ci ha spiegato che il nostro pianeta ha quattro miliardi e mezzo di anni, che si sono susseguite tante ere fino ad arrivare all’Antropocene: la nostra. Ha continuato sottolineando che l’evoluzione dell’uomo è sempre più veloce. Il cervello umano ha tante potenzialità, ma non riesce a sfruttarle tutte ed ha un corpo troppo fragile.

I lavori di gruppo hanno offerto la possibilità di un largo scambio di opinioni e di approfondimenti relativi ai temi trattati, permettendo a tutti di esprimere con libertà e profonda sensibilità le proprie idee.

Si è instaurato tra i presenti un dialogo spontaneo e costruttivo che ha reso tutti intensamente partecipi di questa formidabile esperienza umana e cristiana.

Nella strada del ritorno abbiamo visitato il centro minerario di valle Imperina. I giacimenti di valle Imperina hanno fornito per più di cinque secoli la materia prima all’industria del rame, utilizzato soprattutto per le necessità della Serenissima Repubblica di Venezia (monetazione, bronzo da cannoni, coperture delle abitazioni, etc.).

In seguito la miniera è stata sfruttata da enti privati e statali fino al 1962, quando venne chiusa definitivamente.

L’estrazione e la lavorazione del metallo provocava un grande inquinamento del territorio perché produceva le piogge acide con conseguente deforestazione. I minatori ogni anno sospendevano il lavoro per quattro mesi, in cui si dedicavano alla coltivazione dei campi, ma le condizioni di lavoro e l’inquinamento erano tali che morivano tutti in giovane età.

Per fortuna, poi gli alberi sono stati ripiantati dando vita oggi al Parco delle Dolomiti Bellunesi.

In linea con il tema affrontato nei gruppi di formazione, abbiamo ben compreso che sfruttando troppo sia la natura, sia l’uomo, ottieni solo dei disastri ambientali e sociali. Alla fine forse capisci che devi ricavare dalla natura quello che lei ti offre, senza usarle violenza, perché se la uccidi, uccidi te stesso.

Una “Tre giorni” così non l’avremmo mai immaginata.

È stato un viaggio veramente pieno di sorprese.

Immersi proprio in “un giardino”! Ben organizzati e guidati da Luisella, Daniela, Cristina, Carmelo, anche se a distanza, e don Simone; abbiamo vissuto tre giorni proprio in cordialità, serenità, amicizia e gioia. E, alla fine, solo apprezzamenti, entusiasmo, soddisfazione e gioia di esserci tutti così come eravamo: “Noi, insieme, per tutti”.

Gilda Cavaggion, Anna Di Benedetto

Da Nuova Scintilla n.28 – 17 luglio 2016