Presenza a sorpresa

arzaretti
Facebooktwitterpinterestmail

NELGIUBILEO DELLA MISERICORDIA

Per il ricordo di padre Venanzio e del beato Marco a Chioggia

Presenza a sorpresa

A Chioggia, una volta l’anno! Nel tempo del solstizio d’estate, quando nel 2008 – a 99 anni – l’indimenticabile padre Venanzio entrò nel “giorno senza tramonto”. È bello tornarci, per pregare là dove è sbocciata la fede di un grande e santo frate, incarnata in un popolo devoto; e per rivedere i suoi amici, soprattutto sacerdoti, che quella fede “naturale” continuano a proporre nelle chiese e basiliche, fra le calli di un centro “unico” come la vicina Venezia.

Quest’anno anche una sorpresa. È venuta pochi minuti prima dell’inizio della Messa programmata come al solito nella chiesa del Cimitero, dove i frati cappuccini sono ancora “invocati”. È capitato lì alla chetichella a celebrarla l’arcivescovo mons. De Antoni, per molti don Dino; a confermare un legame di amicizia con padre Venanzio dettato dai comuni natali in questa città e anche dalla stessa “militanza” nel Tribunale Ecclesiastico Regionale Triveneto: un servizio che per entrambi fu assai lungo e impegnativo e che il secondo sente ancora con riconoscenza aiutato agli esordi dal primo (padre Venanzio di quel Tribunale era stato presidente).

Il celebrante non ha mancato di rimarcare il fondamentale apporto dato da padre Renier alla conoscenza e in specie per la beatificazione (27 aprile 2003) di Marco d’Aviano: all’antico confratello il frate chioggiotto è associato nel ricordo e nella stima di tutti, mentre Chioggia ha “suoi” motivi per onorare il beato “d’Europa” (anzitutto l’ordinazione sacerdotale nella cappella del Vescovado). Convinto è stato perciò alla fine da parte di mons. De Antoni il porgere al tradizionale “bacio” dei presenti la reliquia di chi, avendo divulgato a raggio continentale l’Atto di dolore perfetto (recitato alla messa) e predicato con ardore la penitenza, è da considerarsi tra gli apostoli che “hanno fatto della misericordia la loro missione di vita” (cfr Misercordiae Vultus 24). Concetto espresso pure dall’immagine ritraente il beato frate abbracciato al crocifisso, con una lacrima di pentimento agli occhi, che fa da sfondo alla foto che campeggia su un pieghevole divulgato dal Comitato B. Marco in quest’anno di misericordia in molti luoghi del Nord Est.

Non era la prima volta che don Dino accostava il Beato Marco (ricordo un pellegrinaggio di duecento pordenonesi nel 1994 guidato su e giù per i ponti e dentro e fuori le chiese di Chioggia dall’allora vicario generale della diocesi): egli lo aveva “rivisto” a Gorizia, città della formazione agli studi del futuro cappuccino, da questi amata poi sempre “con le viscere del core”, specie nelle persone degli “esemplarissimi e devotissimi padri della Compagnia di Giesù” (lettera ai deputati di Gorizia 28 agosto 1682) che nel prestigioso Collegium goriziano ebbero allievo Carlo Domenico Cristofori, poi Marco d’Aviano.

Ma è la volta che offre ora l’occasione ai collaboratori pordenonesi di padre Venanzio di unirsi agli auguri chioggiotti e isontini a mons. De Antoni di un buon 80° compleanno nel giorno solenne per il nostro Friuli Venezia Giulia (12 luglio) dei suoi santi patroni Ermacora e Fortunato, martiri aquileiesi come i Felice e Fortunato da poco ri-onorati nel giubileo a Chioggia come protettori.

Walter Arzaretti  (Pordenone)