Gran sete di misericordia

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Dal Delta a Roma, nella metafora del viaggio

Gran sete di misericordia

Dopo la bella esperienza vissuta in Cattedrale, il Delta si sente ancora bisognoso di misericordia, e la misericordia vista come mezzo per avvicinarsi a Dio! Infatti anche dal Delta sono partite un paio di corriere, per unirsi al pellegrinaggio diocesano alla città eterna, per vivere il giubileo; anche se “in giornata”, il delta non ha voluto mancare. È vero che il papa ha stabilito che in ogni Cattedrale sia aperta una porta santa, ma tanti, conoscendo bene il significato del pellegrinaggio, hanno voluto attraversare la porta santa della basilica vaticana, seguendo il loro pastore, lo stesso che hanno seguito il 13 dicembre a Chioggia. Scrive il Papa: “Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’anno santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la porta santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio.

Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la porta santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il padre lo è con noi.” Noi abbiamo viaggiato molto comodi in corriera, quindi parrebbe che non ci sia stata la fatica del vero pellegrinaggio, di medievale memoria, ma tutta la persona, spirito, anima e corpo si è fatta pellegrina per lasciarsi abbracciare dal quel Dio che è amore. Per alcuni si è trattato addirittura della prima volta che entravano nella cinquecentesca basilica di San Pietro, qualcuno si è recato sulle tombe dell’apostolo per confermare la fede, qualcuno, dall’incontro con il successore di Pietro ha chiesto il dono della fede, per vivere la gioia del vangelo. Anche noi ci riconosciamo nell’espressione del vescovo: “stanchissimi, ma è prevalsa la gioia”. La gioia del ritorno a casa, la gioia dell’abbraccio, la gioia del sentirsi amati, e allora siamo sicuri che da questo momento non può più essere come prima,h anche a noi è rivolto l’invito di Gesù alla donna adultera: va’ e non peccare più.

DY