Fede e storia del Basso Polesine

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ARTE SACRA

La tela di Giuseppe Angeli finalmente in diocesi

Fede e storia del Basso Polesine

Dopo 66 anni è ritornata in diocesi una grande tela che era nata per una chiesa del Basso Polesine (nella foto). Per nessun’altra opera d’arte – dall’esistenza del Museo diocesano – si sono profuse maggiori energie, finalizzate al recupero. Proveniva dalla chiesa parrocchiale di Gnocca (chiusa al culto nel 1966 e demolita nel 1978) e fu portata a Venezia nel 1950 dai proprietari del latifondo bassopolesano su cui giaceva la chiesa. In base alle indicazioni date allora dalla Soprintendenza di Venezia, la tela sarebbe dovuta andare a Padova per un restauro; ma questo non avvenne mai.

Con la seguente lunga stagione delle alluvioni se ne persero le tracce. Per via di successioni ereditarie finì a Roma, dove fu rintracciata dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia (maresciallo Carlo Alberto Carlone), che notificò alla Diocesi come annunciata all’asta di Roma per fine maggio 2009 un’opera di probabile provenienza polesana. In seguito a ricerche d’archivio e a contatti con persone del luogo, accertata la provenienza della tela dalla chiesa di Sant’Andrea in Gnocca in Porto Tolle, cominciò l’iter per il recupero: dapprima le trattative con gli avvocati, poi il dialogo con i detentori dell’opera, quindi gli accordi con le Soprintendenze di Roma e Venezia. Finalmente nell’aprile 2016 il ritorno dell’opera, dopo sette anni in cui si riempì un dossier foltissimo di carte.

A questa pala d’altare si sono interessati – con viaggi a Roma – il vescovo Adriano poco dopo il suo arrivo in diocesi, l’economo diocesano don Alfiero, l’avvocato di fiducia Daniele Grasso, il geom. Luca Mancin con il restauratore Sorpilli, il sottoscritto e la ditta “Antichità e Restauro Fratelli Veronese” qualificata per trasporto di opere d’arte. Decisivi sono stati il fiuto giuridico dell’avv. Grasso, l’opera di mediazione del vescovo che ha trattato direttamente la transazione con i detentori della pala, e le cordiali collaborazioni delle due Soprintendenze da noi interpellate per espletare correttamente l’iter burocratico.

Ora finalmente la grande tela di Giuseppe Angeli (1760 ca.) è rientrata in diocesi: tensionata su apposito telaio (cm 195 x 372 h) è già esposta in Museo diocesano, come alta testimonianza di fede e di storia del Basso Polesine. Raffigura la Vergine in gloria con il Bambino sulle ginocchia, attorniata da angeli, in atteggiamento supplice i Ss. Andrea e Giovanni evangelista, in basso una scena di pescatori che consentono di identificare nella pesca una fonte primaria di sussistenza nell’area deltizia. La composizione pittorica rende esplicita la funzione apotropaica della pala: la Vergine, come Madonna della Salute – in virtù del Figlio – esorcizza la paura dei pericoli provenienti dai fiumi e dalle acque vallive (esondazioni, malaria…). Un affresco spettacolare del ricorso fiducioso al soprannaturale, tipico della devozione popolare. Rientrato finalmente nel suo contesto naturale, questo grande documento di pietà, di storia e d’arte è anche testimonianza rivelatrice dell’antropologia dei popoli rivieraschi, quasi pagina riassuntiva di tante ‘tolèle’ votive. Mercoledì 22 giugno avrà luogo in Museo la cerimonia per ufficializzarne l’acquisizione e l’esposizione definitiva.

G. Marangon