Umiltà, carità e letizia cristiana

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CHIOGGIA –  Parrocchia San Filippo Neri

La memoria liturgica del “Santo della gioia” con il vescovo Adriano

Umiltà, carità e letizia cristiana

Col mese di maggio è ritornata la festa di san Filippo Neri, il “santo della gioia cristiana”, un uomo meravigliosamente libero e grande educatore di uomini liberi, avendo lavorato per 60 anni nel terreno incolto della Roma cinquecentesca non con la veemenza di un Savonarola, né con la prepotenza di un Lutero, ma con la forza dolce di un Santo. È il Santo della nostra fanciullezza, “icona di Gesù Cristo”, che abbiamo conosciuto ed amato nell’Oratorio-Ricreatorio, accanto a Padre Raimondo Calcagno: egli mantiene ancor oggi intatta, a distanza di cinque secoli, la letizia che sprigionava con tutti e sempre con gusto, finezza, con fede nel proprio progetto educativo.

La memoria liturgica, anticipata quest’anno di un giorno per la coincidenza con la festa del Corpus Domini, è stata vissuta a livello cittadino nella chiesa dei Filippini, di cui è compatrono, con la recita quotidiana del rosario meditato, con le riflessioni proposte da don Massimo Ballarin scorrendo la lettera di papa Francesco inviata a Padre Mario Alberto Avilés, Procuratore Generale della Confederazione oratoriana, in occasione del quinto centenario della nascita di Padre Filippo, del 26 maggio 2015. È seguita la solenne Eucaristia vespertina presieduta dal vescovo Adriano, celebrata con il vicario generale della diocesi mons. F. Zenna, il parroco dell’Unità pastorale Chioggia-Nord mons. V. Tosello, alcuni monsignori, sacerdoti, davanti a una numerosa assemblea, mentre i canti erano egregiamente sostenuti dalla Corale parrocchiale.

Il nostro vescovo, sviluppando le letture proposte dalla Liturgia ha invitato i presenti a riflettere, sulla scorta della parabola della vite e del Padre vignaiolo (“Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”), sull’amore divino che sconvolse lo spirito altamente contemplativo di Filippo Neri nel mettersi di fronte al mondo con lo sguardo di Dio. Con sapienza, dono dello Spirito Santo, seppe gustare le cose piccole e belle (alla maniera di san Francesco); con gioia, frutto della sua spiritualità, apprezzava “tutto quello che è vero, utile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode…”. Questa fu la strada della santità che per Filippo non consisteva nei fenomeni mistici e nei miracoli e neppure nelle lunghe preghiere, nei frequenti digiuni, nelle severe penitenze corporali, ma nel praticare l’umiltà, la carità e la letizia cristiana. La Chiesa venera i Santi come intercessori, indispensabili per chiedere a Dio le grazie: sono modelli di vita evangelica, che siamo chiamati ad imitare, come testimoni e segni luminosi della presenza di Cristo nella storia.

A tal proposito, torna alla mente il celebre detto di Filippo, ripetuto spesso dai nostri educatori fra le mura del Neri: “Beati voi, che avete tempo di fare il bene”.

R. Chiozzotto