La realtà delle famiglie

zenna
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La realtà delle famiglie

Ci sarà futuro se ci sarà famiglia. Guardare ad essa e comprenderla è quindi necessario e sarà possibile se ci si lascerà guidare dallo Spirito che parla negli stessi avvenimenti della storia. Oggi è avvenuto un profondo cambiamento antropologico-culturale che ci chiede di superare le forme e i modelli del passato, anche perché le persone oggi sono meno sostenute dalle strutture sociali.

Siamo di fronte a un individualismo esasperato, a ritmi di vita e organizzazione del lavoro stressanti e condizionanti. Anche fenomeni positivi come la ricerca della personalizzazione e dell’autenticità possono creare atteggiamenti negativi di “diffidenza, fuga dagli impegni, chiusura nelle comodità e arroganza”; anche il concetto di libertà rischia di svuotare “l’ideale matrimoniale” dai suoi valori di esclusività e di stabilità, lasciandolo in balia di “convenienze contingenti o dai capricci della sensibilità”. Di fronte a questa cultura sorge come esigenza imprescindibile un rinnovato annuncio delle ragioni e delle motivazioni “per optare a favore del matrimonio e della famiglia”, ma al tempo stesso va evitata “l’idealizzazione eccessiva” per non rendere il matrimonio tutt’altro che “desiderabile e attraente”, e a superare la logica dottrinale con l’apertura alla grazia, dando spazio alla coscienza dei fedeli che “siamo chiamati a formare non a sostituire”.

Questa educazione domanda un percorso, insidiato dalla cultura del provvisorio, del narcisismo, dell’edonismo, della riduzione all’emozionale, della scarsa pazienza nell’affrontare le difficoltà. La mancanza di speranza per l’avvenire, la solitudine determinata dall’indebolimento della fede e della pratica religiosa, il senso di abbandono determinato da una scarsa organizzazione sociale e di politiche familiari, la mancanza di una abitazione dignitosa, l’attuale sistema economico, l’organizzazione del lavoro minano le relazioni e perciò la stessa istituzione familiare, e i bambini sono i primi a soffrirne.

Altre situazioni vanno a gravare sulla famiglia: le migrazioni forzate, “frutto di situazioni di guerra, di persecuzione, di povertà, di ingiustizia”, che richiedono una “pastorale specifica rivolta alle famiglie in migrazione, ma anche ai membri dei gruppi familiari rimasti nei luoghi di origine”; la disabilità inaspettata, che mette alla prova “gli equilibri, i desideri, le aspettative”, costituendo così “un dono e un’opportunità per crescere nell’amore, nel reciproco aiuto, nell’unità”; la cura degli anziani, percepiti a volte come “un peso”, altre volte sfruttati “iniquamente per mero vantaggio economico”, ma che costituiscono invece per tanti “una benedizione” in quanto “ci insegnano che è possibile affrontare le ultime tappe della vita valorizzando il senso del compimento e dell’integrazione dell’intera esistenza nel mistero pasquale”; le ristrettezze economiche “dove i limiti della vita si vivono in maniera lacerante”. “Nelle difficili situazioni che vivono le persone più bisognose, la Chiesa deve avere una cura speciale per comprendere, consolare, integrare, evitando di imporre loro una serie di norme come se fossero delle pietre, ottenendo con ciò l’effetto di farle sentire giudicate e abbandonate proprio da quella Madre che è chiamata a portare loro la misericordia di Dio”. Lo sguardo sulla realtà delle famiglie, nella prima parte del capitolo secondo dell’Esortazione post-sinodale, mostra la grande attenzione con cui la Chiesa guarda a questa fondamentale istituzione sociale, provocata a grandi testimonianze di amore e resa fragile da una molteplicità di cause non sempre imputabili all’egoismo umano.

don Francesco Zenna