Cristiani “formati”

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I GIORNI

Cristiani “formati”

“Tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma”. Amoris laetitia, il grande documento di Papa Francesco sulla famiglia, all’inizio del capitolo terzo, dedicato allo sguardo di Gesù sulla famiglia, lo dice con una citazione della “Evangelii gaudium”, ‘Magna Carta’ del pontificato. Il kerigma è l’annuncio cristiano esploso la mattina di Pasqua con il grido della Maddalena e la corsa degli apostoli al sepolcro; segnalato quindi da Giovanni in barca sul lago, con il dito puntato verso riva: “È il Signore”. Il kerigma è la certezza di un fatto: il Signore risorto e vivo.

La formazione cristiana non avviene per l’affastellamento di nozioni e specializzazioni, con lezioni, percorsi, programmi; non è un accumulo di saperi sulla religione e sulle scienze umane corrispondenti. La formazione avviene prima di tutto per “l’approfondimento del kerygma”. L’annuncio cristiano percorre tante strade.

La più raffinata coincide con l’insegnamento della teologia nelle Facoltà teologiche o nei ben più ridotti ‘Corsi di teologia per laici’. Questo insegnamento accurato e sistematico non formerebbe in alcun modo l’anima dei candidati al sacerdozio e dei laici impegnati, se non camminasse in concomitanza con un’esperienza di vita cristiana.

Quando l’insegnamento delle ‘materie teologiche’ provoca ad abbracciare il kerigma, allora la persona si arricchisce nella scoperta, senza inaridirsi nella ricerca e disperdersi nelle problematiche. Nelle nostre comunità, ricche di tante forme di annuncio con proposte settimanali o periodici, la conoscenza va di pari passo con il senso di appartenenza. Non solo “si impara” Cristo, ma lo si sperimenta presente e vivo. Vale in particolare per i giovani, i quali, più che ‘imparare’ le nozioni della fede, ne sperimentano la compagnia e la gioia. Ancora più evidente per i ragazzi, i quali apprendono solo quello che amano e rimangono attaccati solo a ciò che li attrae. Non è successo così anche agli apostoli; non succede a tutti gli amici di Cristo? Cristo non ha organizzato corsi, ma ha reso le persone partecipi della sua vita, amandole.

Formazione dunque: per sperimentare il cristianesimo come bellezza e convenienza, scoprendo il meglio della vita. Si rinnovano il desiderio di seguire Cristo, il bisogno di sperimentare la comunione della Chiesa, di conoscerne la storia dentro la storia del mondo e la storia di ciascuno percorsa in tutte le dimensioni, personali e sociali; un fervore di testimonianze di carità e missione, nel riferimento all’autorità che garantisce. Come il cieco guarito corriamo dietro al Signore, grati della condivisione con i fratelli e aperti all’incontro con tutti, veniamo rigenerati come uomini e donne che conoscono e amano il Signore e ‘tutto ciò che viene da lui’.

don Angelo