innamorati di Dio e della sua scelta

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SEMINARIO E VOCAZIONI

Il 25 aprile a Pellestrina il seminarista Emil diventa lettore. I candidati al diaconato permanente

Innamorati di Dio e della sua scelta

Domenica scorsa abbiamo celebrato con tutta la Chiesa la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Giovedì sera, con la Chiesa diocesana, ci siamo dati appuntamento nella parrocchia della B. Vergine della Navicella per una Veglia vocazionale presieduta dal nostro vescovo Adriano.

Due momenti che hanno, da una parte, sollecitato il nostro impegno di preghiera che non deve mai mancare nell’impetrare dal “Padrone della messa operai per la sua messe” e, dall’altra, fatto prendere ancora una volta coscienza che purtroppo ci sono sempre meno persone che generosamente dicono il loro “sì” al Signore per la vita sacerdotale e religiosa.

Da qui allora l’importanza alla preghiera per le vocazioni. Una preghiera che si intensifica in qualche occasione particolare ma che dovrebbe “condire” sempre l’impegno pastorale delle nostre Comunità e della nostra Chiesa diocesana e che si traduce in una celebrazione mensile della S. Messa “per le vocazioni”, nel curare mensilmente o settimanalmente l’Adorazione Eucaristica e nel dare l’intenzione vocazionale alla preghiera in famiglia, al rosario quotidiano.

Accanto alla preghiera non può mancare un’attenzione tutta particolare verso coloro i quali sono chiamati alla vita sacerdotale, religiosa e consacrata.

Diceva, a questo proposito, Papa Benedetto XVI: “I giovani portano una sete nel loro cuore, e questa sete è una domanda di significato e di rapporti umani autentici che aiutino a non sentirsi soli nelle sfide della vita. È desiderio di un futuro, reso meno incerto da una compagnia sicura e affidabile, che si accosta a ciascuno con delicatezza e rispetto, proponendo valori saldi a partire dai quali crescere verso traguardi alti, ma raggiungibili”.

Questo accompagnamento, ci ricorda papa Francesco, non va per logiche di reclutamento ma per attrazione.

Allora la pastorale ordinaria non può che essere vera pastorale vocazionale se sa raccontare e suscitare in tutte le situazioni e a tutte le età la gioia del Vangelo e il desiderio di seguire Gesù.

La testimonianza di ciascuno di noi sarà, a sua volta, davvero persuasiva se, con gioia e verità, saprà raccontare la bellezza, lo stupore della vita, la meraviglia di donare e poter donare. In qualsiasi situazione e circostanza. Sempre. Perché siamo innamorati di Dio e della sua scelta: di lui nei nostri confronti e di noi con tutte le nostre fragilità nei suoi confronti.

La nostra Chiesa locale in questi ultimi tempi ha dato e sta dando dei segni che lasciano intravedere qualche spiraglio di luce: nel cammino verso il diaconato permanente attualmente ci sono otto candidati, tutti sono già stati istituiti lettori e accoliti e tre di loro sono anche già stati ammessi tra i candidati al diaconato e prossimamente con l’ordinazione si metteranno a servizio del popolo di Dio della nostra diocesi.

Anche per quanto riguarda la vita sacerdotale qualche giovane si sta seriamente interrogando sulla possibilità di radicare la propria esistenza, il proprio progetto di vita sulla parola di Gesù, come roccia su cui poggiare e ispirare le scelte fondamentali, certi che Egli conduce verso una gioia piena, abbondante.

Il nostro seminario, conta per ora poche unità ma personalmente nutro una certa speranza che se nelle nostre comunità parrocchiali si respira un nuovo interesse per il seminario e si consolida una incisiva pastorale vocazionale, potremmo presto gustare la gioia di una nuova primavera.

Mentre invito ad accompagnare con la preghiera il nostro seminarista Emil che, lunedì 25 aprile nella chiesa parrocchiale di Ognissanti in Pellestrina, dove sta svolgendo il suo tirocinio pastorale, verrà istituito lettore, faccio mie le parole di papa Francesco soprattutto a quei giovani che Emil ha incontrato e incontra nel suo servizio: “La vera gioia non viene dalle cose, dall’avere, no! La gioia nasce da gratuità di un incontro! È il sentirsi dire: Tu sei importante per me, ti voglio bene, conto su di te. È proprio questo che Dio ci fa capire”.

don Danilo Marin, Rettore del Seminario