La miccia

Facebooktwitterpinterestmail

I GIORNI

La miccia

Abbiamo una Santa Barbara imponente. Un armamentario di migliaia di libri e di studi, di inchieste e di interviste. Centinaia di locali e di programmi. Ma spesso tutto appare morto o almeno appassito. Dov’è la miccia? La miccia per accendere il fuoco, per far scoppiare l’incendio, per iniziare il cammino. Tutti travolti dalla crisi e soffocati dagli impegni. Delusi e abbacchiati. Incerti e impacciati. Rincantucciati dentro i nostri timori e i nostri calcoli.

È possibile vivere la semplicità della fede? È possibile il riconoscimento diretto e esplicito di Cristo, il brillio della sua presenza nei nostri occhi e nelle nostre mosse? Non ci si può muovere per qualcosa di meno di Cristo: per un programma, un piccolo successo, una piccola impresa, un breve risultato. Una mamma che ha lì il suo bambino piccolo, per che cosa si muove se non per lui? Una persona innamorata, di che cosa vive e respira? Nella stiva delle nostre navi sono ben disposti i calendari della pastorale, nelle navate delle nostre chiese sono ordinati i programmi delle funzioni. Ci sono le persone che hanno visto il Signore e lo annunciano ai fratelli? Maddalena che corre a dirlo ai discepoli? Apostoli che lo raccontano a Tommaso? La donna che tocca i piedi di Gesù? Dov’è il cieco guarito che si mette a camminargli dietro?

“Non è più come allora – si dice -. Non l’abbiamo più davanti agli occhi crocifisso; non più glorioso che mangia il pesce con noi sulla spiaggia”. Queste espressioni che sentiamo riecheggiare trasudano di pigrizia e quasi di tradimento. Gesù ha detto: “Io sono sempre con voi”. Ha detto: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue: fate questo!”. Ha detto: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono là”. “Ogni volta che avete fatto qualcosa a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Sono parole? Espressioni figurate? Simboli? Una chiesa fatta di carta e non di pietra? Una comunità fatta di buone intenzioni, e non di persone? Da nessuna parte c’è gente che vive oggi di Cristo, patisce per lui, vive felice in sua compagnia? La primissima cosa che Cristo ci chiede ogni giorno – oggi e per tutta la vita – è, come a Pietro sul lago: “Mi ami tu?”.

Invochiamo lo Spirito, perché accenda i cristiani come fuoco e li faccia volare come vento: vivendo la ‘Letizia dell’amore’ nella famiglia, e tutto il ‘Gaudio del Vangelo’ nel mondo. Un’accensione del cuore, un giro della chiavetta per far partire la macchina, un volo di libertà. Una donna, quante donne; un uomo, quanti uomini, come Caterina da Siena: “Se sarete quello che dovete essere, incendierete il mondo”.

don Angelo