Dal lunedì dell’Angelo a S. Michel

SAN-MICHELE-ARCANGELO
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La presenza degli angeli nelle ricorrenze e nella Bibbia

Dal lunedì dell’Angelo a S. Michel

In questo periodo pasquale, abbiamo sentito parlare spesso degli angeli, basti pensare al “lunedì dell’Angelo” che è il giorno dopo la Pasqua. Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro. Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù.

Vi trovarono spostato il grande masso che chiudeva l’accesso alla tomba; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, ed esse si precipitarono a raccontare l’accaduto agli altri.

La tradizione ha spostato questa narrazione dalla mattina di Pasqua al giorno successivo (lunedì), ma è chiaro che la dizione evangelica “il giorno dopo la Pasqua”, allude alla Pasqua ebraica, che cadeva di sabato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, alla domanda “Chi sono gli Angeli?” risponde: “Sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, dotati di intelligenza e di volontà”. Accompagnano il cammino di ognuno di noi e – fin dalla creazione – annunciano la Salvezza, portando il messaggio salvifico di Dio agli uomini. Tra tutti, spicca la figura di San Michele (vedi foto) il cui nome significa “chi è come Dio?”. Nella Sacra Scrittura è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, ovvero, degli angeli in guerra contro il male. È l’antitesi di Lucifero, capo degli angeli che decisero di rinnegare Dio e perciò precipitarono negli Inferi.

È colui che difende la Fede, la Verità e la Chiesa. San Gabriele, invece, il cui nome significa “La forza di Dio”, è l’angelo dell’annuncio. Se per i cristiani ha predetto la nascita di Giovanni Battista e di Gesù, per i musulmani è il tramite attraverso cui Dio rivelò il Corano a Maometto. Nel linguaggio comune della Chiesa, le schiere angeliche comprendono – nel loro ordine “gerarchico” classico – i Serafini, i primi e più ecclesi, che sono tutto ardore di carità; i Cherubini, luce d’intelligenza, i Troni, sede dell’Onnipotente; le Dominazioni, zelanti la gloria di Dio; le Virtù, rivestite di forza divina a bene del mondo; le Potestà, armate contro le forze delle tenebre; i Principati, prescelti per la protezione delle grandi società religiose e civili; gli Arcangeli, preposti al patrocinio delle nazioni, diocesi e comunità religiose ed infine gli Angeli, che sono i custodi del genere umano. Parlare degli Angeli, quindi, significa essere consapevoli che il mondo è colmo della presenza di Dio.

Giorgio Aldrighetti