Cos’è la verità?

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LO SGUARDO PASTORALE

Cos’è la verità?

È la domanda di Pilato di fronte all’affermazione con cui Gesù si dichiarava testimone della verità. La ricerca della verità, l’accoglienza della verità, l’affermazione della verità nel contesto socioculturale odierno sono sfide che si vincono soltanto a fronte di un serio impegno di discernimento e di autenticità. Per cui la domanda è anche nostra: “Cos’è la verità?”. Quella accomodata dai politici per conservare o accrescere il consenso? Quella forzata dagli operatori del commercio intesa a incentivare i consumi? Quella parziale dei vari gestori del pensiero orientata a imporre il proprio angolo di prospettiva? Quella sparata dal mass media per aumentare l’audience? La falsa testimonianza oltre che nella politica, nell’informazione, nell’economia e nelle leggi della finanza, c’è anche nella scienza, nella filosofia, nella cultura, nello spettacolo ad ogni livello, nella satira, senza risparmiare la teologia e la morale.

La domanda “cos’è la verità?”, posta in questo contesto, contiene l’amarezza dell’insicurezza, dell’opinabilità se non addirittura la paura della truffa. E, cosa ancora più grave, la domanda potrebbe nascondere la convinzione che alla verità non si può mai arrivare, per cui ciò che conta è soddisfare i propri bisogni e rispondere ai propri interessi.

Pastoralmente è importante aprire gli occhi su questa realtà in cui siamo tutti immersi perché sta a fondamento di tante crisi con cui abbiamo a che fare quotidianamente: l’evanescenza dei valori, la fragilità della coppia, il disprezzo della vita, la corsa al benessere materiale, la stessa crisi di fede. Se manca un riferimento oggettivo da cui partire si vaga nella nebbia dell’insignificanza e ci si arena facilmente sulla spiaggia del piacere e del disimpegno.

Trovo urgente che le nostre comunità cristiane si attrezzino di strumenti adeguati ad arginare il fideismo da una parte, che tende a sospendere ogni forma di interrogativo e di ragionamento, e, dall’altra, l’assuefazione ad un mondo senza alcuna attendibilità, che consegna in maniera acritica le nostre stesse coscienze al gestore occulto delle idee e dei comportamenti. Uno strumento tante volte caldeggiato è senz’altro la stampa e gli altri media di ispirazione cristiana; alcuni sono davvero all’altezza della situazione e orientano le coscienze nel rispetto della ricerca, del dialogo e del pluralismo. Ma questo non basta, anche perché i nostri inviti alla lettura tante volte cadono nel vuoto. Facciamo appello alla creatività, responsabilizziamo laici formati, arricchiamo la nostra catechesi e le nostre liturgie con elementi di attualità che non si riducano a semplici denunce ma propongano sguardi maturi e comportamenti coerenti per una testimonianza credibile della verità. Caldeggiamo la partecipazione a iniziative vicariali e diocesane, che non mancano anche nel nostro piccolo, per allargare lo sguardo e arrivare a incidere positivamente sulla costruzione di questa nostra  società.

don Francesco Zenna