Il Tempo Redento

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I GIORNI

Il tempo redento

Nell’anno bisestile ci viene regalato un giorno in più da vivere. Ma è un’illusione. I giorni si aggiungono al calendario ma non alla nostra vita. Eppure sullo specchio del calendario non riflettiamo solo la nostra immagine, come Narciso. Vi scopriamo una miriade di agganci e di riferimenti che ci schiodano dalla tentazione di chiuderci in un cerchio solitario e autoreferenziale. I giorni scorrono per noi e anche per gli altri, amici o sconosciuti. La fantasmagoria del tempo si accende quando viene a immettersi nel gran fiume dell’anno liturgico. Nella stoffa preziosa dei giorni che scorrono si appunta il ricamo del mistero di Cristo. Le gocce delle ore non si disperdono nelle pozzanghere del terreno, ma imbevono la buona terra e generano vita. Lo si vede in modo clamoroso nell’anno del Giubileo e nelle settimane della Quaresima.

La gente che entra attraverso la Porta Santa riporta a unità la dispersione dei giorni e li riconduce al punto che tutto raccoglie. Si ricompongono i frammenti dell’anima: il passato e il presente, il lavoro e la casa, il peccato e la tentazione, la misericordia e il perdono, la preghiera e l’azione. Veniamo dolcemente e tenacemente strappati a noi stessi, al desiderio futile, al piacere provvisorio, alle voglie stralunate. Troviamo un punto di attrattiva consistente, pienamente umano, come l’uccello che torna al nido, la barca al porto, il figlio alla via di casa, il disperso, ripreso nella compagnia degli amici. Persino una prolungata malattia permette a un prete di assaporare una imprevista ‘efficacia apostolica’; così come il protrarsi della giovinezza, se da una parte appesantisce il carico dei genitori e rallenta l’entusiasmo dei figli, dall’altra apre inopinate prospettive.

giorni non accadono improvvisi e futili, annoiati e dispersi o disperati, ma donati, ricercati, amati. La liturgia domenicale, in Quaresima ma non solo, si stende come un filo teso che riavvia il cammino: ci incontrano il richiamo alla conversione e l’abbraccio della misericordia, la parola che è luce e sostegno, la comunità come compagnia reale; persino gli avvisi segnano la strada da percorrere. Fra tutti i sette giorni che sgorgano dalla domenica, la giornata del lunedì segna l’inizio del compito che ci è affidato e ci attrae al lavoro dell’intera settimana, salendo tra occasioni e opportunità, fatiche e impegni. Abbiamo un certo timore di entrare nel venerdì, che pone davanti agli occhi e al cuore i patimenti del Signore Crocifisso e ci invita a condividere.

Ma subito ci prende nuovamente l’attesa della festa, la domenica, con le persone che vengono a cantare con noi la gloria del Signore. Il Signore redime il tempo e rinnova l’anima.

don Angelo