Natale di misericordia

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Natale di misericordia

È bastato un semplice invito a ragazzi e genitori, e improvvisamente davanti alla statua dell’Immacolata è fiorito un giardino. Molte persone sono entrate in chiesa portando un fiore, mentre alcuni bambini hanno consegnato il fiore colorato su un foglio. Nel giorno dell’Immacolata abbiamo vissuto anche in questo modo la coincidenza – perfetta anche nell’orario – tra la nostra celebrazione eucaristica e l’apertura della Porta Santa a Roma. La Porta del Giubileo e il Volto di Maria Immacolata si sono reciprocamente richiamati. Quando si apre la porta di casa si incontrano volti e persone: il padre e la madre e i fratelli, e si introducono amici e conoscenti e non solo. Si ricompone la famiglia, si riunisce la Chiesa. Si aprono i cuori rattrappiti nell’indifferenza o chiusi nel rancore e si desidera e domanda la riconciliazione anche con le persone più difficili. È il Padre stesso che prende l’iniziativa di farsi incontro, come al figlio che finalmente ritorna a casa. Il Signore ci abbraccia nel sacramento della confessione; la sua grazia raggiunge e risana le fibre del cuore nel profondo, lì dove nessun conforto umano arriva a soccorrere, e riannoda il vincolo della pace anche dopo il freddo di lunghi anni di trascuratezza. Il moto del cuore si trasmette nel gesto della mano e nell’offerta di carità.

È significativo che alla presentazione delle offerte nella celebrazione dell’Eucaristia, accanto ai fiori le persone abbiano portato tanti pacchi di viveri. I poveri li abbiamo sempre con noi, e i viveri si distribuiscono non solo ogni settimana secondo il programma, ma anche nella carità di ogni giorno. Dall’altra parte, qualche persona viene a domandare cosa si può fare per soccorrere i bambini che arrivano dal mare – e tragicamente alcuni non arrivano! – e come si può varcare il mare dell’abitudine e dell’indifferenza che ci blocca nell’impotenza. Le nostre braccia sono troppo corte per attraversare le onde; possiamo comunque allargare la rete intrecciata da altri, sostenendo chi già svolge un’opera di soccorso. Il Giubileo sospinge alla conversione del cuore, fino ad accettare di assomigliare al Dio che si umilia nella nostra carne umana, al Re che viene spodestato, al Maestro che viene irriso. Non basteranno nemmeno le buone azioni a salvarci, se il nostro cuore non cambia fino a questo punto: l’invocazione della Misericordia e l’attesa dell’abbraccio del Signore. Ne abbiamo tutti bisogno. Il Natale – soprattutto in quest’anno di Misericordia – viene per questo.                        don Angelo