PAROLA DI DIO – Lasciamoci cambiare dall’azione di Dio

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PAROLA DI DIO

Lasciamoci cambiare dall’azione di Dio

Letture: Bar 5,1-9; Salmo 125; Fil 4.6.8-11; Lc 3,1-6

Bar 5,1-9. “Sarai chiamata da Dio per sempre: «Pace di giustizia e gloria di pietà»”.

Nella Bibbia il nome indica la missione. Alla nuova Gerusalemme sognata dal profeta Baruc è assegnata la missione di essere in mezzo ai popoli “Pace di giustizia e gloria di pietà”. La pace non nasce dall’imposizione ma dalla giustizia; la gloria non è l’orgoglio umano che si innalza sugli uomini ma il trionfo della misericordia/pietà di Dio. Il profeta vede Gerusalemme ripopolarsi dei dispersi dovunque a seguito delle deportazioni. Questo ritorno è reso possibile per “la misericordia e giustizia che vengono da Lui”, il Dio d’Israele. L’esperienza storica di questo popolo adombra la missione e la condizione futura del popolo di Dio. “Deponi la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio…”. ‘Spogliarsi’ e ‘rivestirsi’ indicano la fine di una situazione e l’inizio di una nuova (cfr. Ef 4,22 24 ‘deporre l’uomo vecchio … rivestire l’uomo nuovo’). Tale nuova condizione è opera di Dio, “Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da Lui”. Il ritorno degli esuli a Gerusalemme diventa annuncio di un intervento con il quale Dio crea per il suo popolo una nuova condizione spirituale: lo rende partecipe della sua santità e giustizia, capovolgendo una situazione di umiliazione e pianto in una condizione stabile di libertà, di gloria e di gioia.

Salmo 125. “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”

Con questo salmo del post-esilio la Liturgia commenta la situazione descritta dal profeta Baruc. Nessuno si sognava di veder cadere così improvvisamente il colosso babilonese e tantomeno tra gli esuli giudei c’era chi potesse sperare di tornare in terra d’Israele. Sogni proibiti! Gerusalemme pareva irraggiungibile. Ma la decadenza improvvisa di Babilonia e l’ascesa fulminea di Ciro re di Persia aprirono la prospettiva della libertà e del rimpatria dei deportati. “Ci sembrava di sognare… la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia”! Ma chi ha reso possibile ciò? Ecco la lettura profetica dell’avvenimento: “Il Signore ricondusse i prigionieri di Sion”! È Lui il regista della storia e le persone, anche i grandi, consapevolmente o anche contro loro volontà, servono i Suoi disegni e gli avvenimenti lo manifestano. Sono messi in scena sia le genti che Israele. Le genti: “Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro»”; Israele: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi, eravamo pieni di gioia”. L’azione del Signore continuerà anche in seguito: “Ri-stabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb”. Salvezza e liberazione devono riprendere il loro corso, come i torrenti del deserto che dopo la secca estate riprendono a scorrere al ritorno della pioggia e confluiscono tutti nella valle. Tante volte le fatiche e le oscurità del momento presente sono come la faticosa e incerta semina che affida alla terra il seme nella speranza che porti buoni e abbondanti frutti!

Fil 4.6.8-11. “…integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi del frutto di giustizia”.

La pagina biblica si apre con la preghiera gioiosa di Paolo per quella comunità con la quale si sente in profonda comunione nata dal e nel comune impegno per i Vangelo, ed è certo che quell’impegno porterà frutto duraturo: “Sono persuaso che Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”. Si tratta dell’opera dell’evangelizzazione fatta dagli apostoli ma nella quale sono all’opera Dio e Cristo: per questo essa è buona ed ha un esito certo e duraturo fino al “giorno di Cristo Gesù” il giorno del ‘giudizio’. La preghiera dell’Apostolo chiede che l’azione di Dio nel credente, grazie a Cristo, lo porti a vivere una vita nuova nella crescente carità: “E prego perciò che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo… ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Cristo…”. Per l’apostolo Paolo, la giustizia, cioè la vita conforme alla volontà di Dio, è frutto dell’azione di Cristo, e il discernimento della condotta da tenere in ogni situazione dipende dall’amore: quanto più cresce l’amore tanto più si è in grado di orientarsi secondo la volontà di Dio.

Lc 3,1-6. “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.

In un preciso momento della storia, Giovanni Battista è costituito profeta. Quando? “Nell’anno quindicesimo di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode… Filippo suo fratello… Lisania… sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa”. Luca sta parlando di un accadimento storico avvenuto nella Palestina, allora provincia dell’impero romano. Attraverso i personaggi citati sappiamo di essere nell’anno 28/29 dopo Cristo, quando un personaggio si presenta con un annuncio tutto particolare: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Perché quest’uomo si inventa di parlare di salvezza di Dio? “La parola di Dio scese su Giovanni Battista… nel deserto”: ecco spiegata l’origine del messaggio di quest’uomo, che viveva in ascolto di Dio e nel servizio della sua parola contenuta nelle Scritture. È un messaggio che viene dall’alto (scese), da Dio. Giovanni percorre tutta la regione per portare l’annuncio ricevuto da Dio. L’annuncio si articola in due tappe. L’ordine logico sarebbe: siccome Dio sta offrendo un’opportunità salvifica, mettetevi nella condizione di poterla cogliere. L’evangelista opera un’inversione: preparatevi a ricevere la salvezza che Dio sta per offrirvi. Questa salvezza è descritta con le parole del profeta Isaia (Is 40,3-5; cfr. anche prima lettura e salmo) che annunciava l’intervento liberatore di Dio in favore del suo popolo in esilio. Poeticamente il profeta immagina Dio che apre una grande ‘superstrada’ nel deserto arabo-siriano spianando monti e riempendo valli, per collegare direttamente Babilonia con Gerusalemme e rendere facile il ritorno degli esuli: “Nel deserto preparate la via del Signore… raddrizzate i suoi sentieri. Ogni burrone sarà riempito e ogni monte e colle sarà abbassato…”. Luca opera qualche variante nella citazione: “Voce di uno che grida nel deserto” è Giovanni Battista, e il suo messaggio passa dal piano materiale a quello spirituale: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri…” diventa l’invito a disporre l’animo ad accogliere il Signore che sta per venire a salvare. Così l’attività del Battista è definita: “predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Egli cioè attraverso il rito dell’abluzione inviterà il popolo a riconoscere la propria responsabilità per l’attuale situazione e la condizione di umanità allontanatasi dalla grazia divina e prepararsi così ad accogliere il perdono e la salvezza di Dio ormai prossimi con la venuta di Gesù. Sarà questo l’evento e la persona che offriranno il perdono dei peccati.

+ Adriano Tessarollo